Linea dura con gli operatori non immunizzati: «Se parte un cluster in reparto vado in tribunale»
TREVISO. Minacce da parte dei no vax stanno arrivando al direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. Cartoline e mail condite di improperi vengono recapitate sempre più numerose all’indirizzo dell’azienda sanitaria rivolti al numero uno dell’Ulss, in prima linea nell’organizzazione della campagna per l’immunizzazione della popolazione.
Tutto è anonimo, naturalmente, nessuna firma in calce ai testi pieni di parolacce, in perfetto stile da “leoni da tastiera” mutuata dai social. Qualcuno si spinge oltre con “Ti spezzo in due” o “Ti aspetto fuori” in una girandola forse più surreale che spaventosa. A raccontarlo è lo stesso Benazzi che comunque tende a non dare troppo peso alla cosa. «È gente che non si espone, mi fa ridere. Non ho assolutamente paura di questi. Denunciare? Ma no che non denuncio, sono persone che non hanno il coraggio di affrontarti davanti e poi ho fatto rugby, non mi spaventano affatto».
Chi invece potrebbe finire in una carta bollata sottoscritta dal numero uno dell’azienda sanitaria di Marca, sono gli operatori dell’ospedale che hanno scelto di non fare il vaccino.
«Se si dovesse accendere un cluster in qualche reparto a causa di un operatore non vaccinato positivo, lo porto in tribunale. Chi sceglie di non vaccinarsi deve bardarsi di più e rispettare gli altri» ha commentato Benazzi.
A proposito dei non vaccinati tra gli operatori della sanità, il direttore generale dell’Ulss ha ribadito che la linea tenuta dall’azienda è ancora quella improntata al dialogo. «Stiamo ancora dialogando, cercando di far ragionare queste persone che lavorano con altre persone a rischio. Pare che una parte si stia convincendo a vaccinarsi – aggiunge – stiamo pensando di spostare questi operatori non ancora vaccinati nei reparti Covid free, però continuiamo con le segnalazioni agli ordini professionali. Vaccinarsi è importante, è l’unica strada che abbiamo per uscire dalla pandemia». La percentuale di infermieri e operatori socio sanitari che hanno detto di no al vaccino è molto bassa rispetto a quella di coloro che hanno, invece, scelto di immunizzarsi.
Nonostante tutto c’è una novità. Al momento l’Ulss 2 conta 16 operatori in isolamento perché risultati positivi al tampone. Di questi 9 non sono vaccinati, gli altri 7 si sono invece contagiati tra la prima e la seconda dose. «Sono positivi al tampone, ma non manifestano la malattia – precisa il direttore generale – il virus non penetra nell’organismo, però si insinua nella faringe. Noi li abbiamo messi in quarantena per tranquillità, ma al secondo giorno sono già negativi». L’azienda di Marca non ha compiuto studi precisi a riguardo, sta osservando quanto accade ai suoi operatori.
Il vaccino blocca la replicazione del coronavirus che quindi, anche laddove si dovesse insinuare nelle vie respiratorie, non trovando cellule da colonizzare si spegne da solo. La somministrazione della doppia dose nelle comunità con ospiti fragili, ospedali e case di riposo, sta avendo ottimi risultati con la caduta verticale della positività. —
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