UDINE.Mentre tutti siamo costretti a casa, il “World wide rally for freedom & Democracy” ha fatto tappa anche a Udine. Sabato 20 marzo il movimento mondiale che si oppone alle restrizioni anti-Covid, ha radunato in piazza Primo Maggio una cinquantina di manifestanti, per la gran parte senza mascherina.
Per tutto il pomeriggio si sono susseguiti gli interventi di chi sostiene la tesi che alcuni dei diritti fondamentali dell’individuo siano stati messi in discussione da un nuovo ordine mondiale, pronto a sfruttare la pandemia per assumere il controllo. Sette gli obiettivi perseguiti dai promotori, guidati dalla coordinatrice Fvg del Movimento 3V (“vaccini vogliamo verità”), Sara Alferone: la libertà di parola, di movimento, di scelta, di gioco, di infanzia e crescita grazie alla rimozione di ogni ostacolo al pieno sviluppo della persona umana, per arrivare alle libertà di riunione e di salute.
La manifestazione si è svolta all’interno dell’emiciclo di Giardin Grande, tenuta sotto controllo da diverse pattuglie di Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri. Presenti anche gli uomini della Digos e il personale della Polizia locale.
A nessuno è stato contestato nulla per il mancato utilizzo delle mascherine. È probabile, come avvenuto in altre occasioni simili, che le multe saranno recapitate nei prossimi giorni. «Udine è una delle 15 piazze in Italia e una delle 60 nel mondo che ha aderito alla protesta di libertà e democrazia – chiarisce Alessandro Gallo –. Ciò che si contesta è la gestione dell’emergenza e l’illegittimità dei provvedimenti adottati nei confronti dei cittadini. La nostra non è un’opinione, ma un dato di fatto: ci sono diritti inviolabili che sono stati messi in discussione e vilipesi con la scusa di combattere un virus, che sì è insidioso, ma è curabile. La sua esistenza insomma – aggiunge – non giustifica le limitazioni che tutti noi subiamo sia da un punto di vista sociale sia economico».
Sotto il gazebo allestito sul prato di piazza Primo Maggio si sono susseguiti gli interventi di infettivologi, psicoterapeuti e psicologi, oltre che di avvocati, che hanno smontano pezzo per pezzo la gestione dell’emergenza e le sue regole. Nel mirino sono finiti anche gli organi di informazione per come hanno comunicato l’evolversi della pandemia. «Vogliamo dare testimonianza del fatto che siamo vivi e ci siamo – commenta Aristide Menossi –. È il momento di lanciare messaggi di speranza alle persone, appesantite da lunghi mesi di restrizioni. Il rischio c’è ma dobbiamo correrlo, anche perché è minore rispetto a quelli che corriamo nella vita di tutti i giorni.
Le persone sono stanche e difficilmente di riuscirà a fermarla ancora a lungo», conclude. Daniel Cicuttin, argentino di origine, si spinge oltre, paragonando quanto sta accadendo in Italia oggi con la dittatura dei colonnelli, più di 40 anni: «Il sistema ci sta togliendo i diritti e le libertà, e questa situazione perdura ormai da un anno. O siamo di fronte a una classe politica incompetente oppure a classe politica è complice di un ordinamento mondiale manovrato dall’esterno. Mi chiedo chi comandi davvero in Italia visto che non siamo andati ad elezioni. Ormai tutte le misure adottate vanno contro la popolazione, non certamente a suo favore», chiosa Cicuttin.
Decine le telefonate al giornale di cittadini infastiditi. Molti passando si sono chiesti: «Come si fa ad autorizzare simili feste in un momento come questo?». C’è chi minaccia denunce.
