Non solo il condono sulle cartelle esattoriali risalenti agli anni dal 2000 al 2015, su cui la maggioranza ha litigato fino all’ultimo facendo slittare di tre ore il consiglio dei ministri. Nelle bozze del decreto Sostegni c’è anche un favore alle partite Iva che nel 2017 e 2018 hanno presentato dichiarazioni dei redditi irregolari. Se nel 2020, causa pandemia, hanno perso almeno il 30% di volume d’affari rispetto al 2019 potranno regolarizzare la propria posizione con il fisco pagando solo le imposte e gli interessi dovuti ma non le sanzioni per omesso o tardivo versamento. Con un costo per le casse pubbliche stimato in 200 milioni di euro.
La relazione illustrativa spiega che l’obiettivo è “sostenere gli operatori economici che hanno subito consistenti riduzioni del volume d’affari nell’anno 2020 in conseguenza degli effetti economici derivanti dal perdurare dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Ma in questo caso il “sostegno” va agli aspiranti evasori che sono stati scoperti – al netto di errori nelle dichiarazioni. Infatti i beneficiari saranno tutti gli autonomi che con i controlli automatizzati delle dichiarazioni sono risultati non in regola.
La misura interessa appunto “i soggetti con partita Iva attiva alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge che hanno subito una riduzione maggiore del 30 per cento del volume d’affari dell’anno 2020 rispetto al volume d’affari dell’anno precedente” e consiste nell’abbattimento “delle sanzioni e delle somme aggiuntive richieste con le comunicazioni di irregolarità”. Solo in caso di mancato pagamento delle somme dovute si applicheranno le ordinarie disposizioni in materia di sanzioni e riscossione.
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