Dopo gli articoli su Il Tirreno è stata contatta dall’Asl. «Credo che in Italia sia giusto che tutti abbiano gli stessi diritti»
MASSA-CARRARA. «Buongiorno...». Le trema la voce, fa una pausa. Viene il dubbio che quell’increspatura nel tono sia preoccupazione. O peggio. «Mi ha chiamato l’Asl». Ancora una pausa: «il 23 marzo, sarà il 23 marzo. Sì hanno chiamato per me. Mi fanno il vaccino». Ecco, era felicità quell’esitazione di Maria Teresa Binotti, che dopo un anno di attesa logorante ha ricevuto la notizia. È dovuta andare sul giornale per farcela, ma ora, finalmente, vede la luce entrare da quella finestra da dove, isolata, ha osservato il mondo negli ultimi mesi.
Si era rivolta a Il Tirreno dopo una certa riluttanza. Con la convinzione però che parlare, raccontare la sua storia privata – fatta di dolore e speranza – potesse servire a qualcosa. E il risultato è arrivato, anche se la prima preoccupazione di Maria Teresa è per gli altri come lei.
Con ritardo la Regione ha lanciato il portale online per le vaccinazioni dei pazienti fragili, ma nelle prime ore circolava una forte incertezza sulle tabelle e con che ordine, rispetto alla patologia, i pazienti avrebbero avuto accesso al vaccino per il Covid-19.
Maria Teresa sarà vaccinata con Moderna, le ha detto telefonicamente una dottoressa dall’ospedale di Pontremoli. «Me lo confermeranno lunedì 22 , mi hanno spiegato, e inizialmente mi era sembrato che le situazioni come le mie fossero finite in quarta fascia. Poi mi sembra che le cose siano cambiate e sono molto felice di questo».
Dalla sua finestra, quella che ha nella testa, vede finalmente qualcosa muoversi. «Vorrei dire centomila cose, sono molto emozionata. La cosa che mi lascia un po’ così, tra i vari pensieri, è che io ho pensato a me. Ma parlavo a nome di tutti, non voglio immaginare che bisogna andare sui giornali per avere i propri diritti. Io so come sono le persone, in tanti non hanno la forza fisica e psicologica di farsi sentire, parlare o esporsi. Io penso a loro», continua Maria Teresa.
Poi arriva la notizia più bella. Quella che riguarda tutti, perché Maria Teresa ci spiega che «la malattia è un viaggio, molto particolare. Un attraversare. E le cose si percepiscono con un’altra intensità».
Niente quarta fascia. «Le immunodeficienze primitive – dice Maria Teresa – sono stata messe in prima fascia e non sono più in quarta come risultava dalla tabella pubblicata. Tutti salvi. Tutti visti. Ho provato un senso di enorme fatica al pensiero di esporre la bella notizia. Di condividere con tutti che il mio appello era stato accolto e che il 23 marzo sarò vaccinata. E lo volevo fare. Provavo un senso di incompiuto nel respirare l’aria che si annusa dopo. È piuttosto complicato descrivere la sensazione del pericolo passato».
Qualche preoccupazione ancora c’è, il sistema non è ancora a punto su tutto il territorio nazionale. «La tabella è stata modificata in Toscana, di sicuro, ma non in Emilia dove lavoro. Credo che sia giusto che tutti abbiano gli stessi diritti, in tutto il paese. Ieri è stato il senso di vergogna a prevalere al pensiero di esporre la bella notizia. Per chi temevo fosse rimasto indietro.. Ora la gioia del poter condividere il senso di tranquillità con tutti quelli che si muovono all’interno dello stesso codice di malattia, seppure sconosciuti. Dico grazie all’Asl che ha risposto con inaspettata solerzia», conclude Maria Teresa. —