Le Rsu si confrontano con le lavoratrici dopo l’incontro con Brandazza: «Ok sulla continuità prima di tutto, ma nessuna illusione: avanti con i presidi». E intanto l'azienda sdogana il vaccino anti-Covid in fabbrica
MANTOVA. Nessuno vuole più illudersi, ma il segnale c’è ed è buono: l’interessamento per Corneliani non manca. È quanto emerso ieri 12 marzo durante le due assemblee al presidio che hanno visto le Rsu relazionare le lavoratrici e i lavoratori sull’incontro di giovedì 11 con l’amministratore delegato Giorgio Brandazza. Nelle ultime settimane ci sono stati altri contatti e ora il più è se si trasformeranno in qualcosa di concreto in tempo utile. L’ultima proroga concessa dal tribunale per il deposito del piano di concordato scade il 15 aprile e un’eventuale offerta di acquisizione da parte di un terzo socio deve a questo punto pervenire al massimo entro le prossime due settimane. Ciò consentirebbe l’immediato sblocco dei dieci milioni del fondo salva-imprese con l’ingresso in equity del Mise, attraverso Invitalia, nel capitale della casa di moda. Altrimenti le uniche due strade percorribili restano quelle uscite dal tavolo di crisi del 3 marzo a Roma: un contributo finanziario da parte della proprietà di almeno il 40% dei costi per il programma di ristrutturazione (definizione ritenuta da più parti “fumosa” anche al tavolo romano) oppure la terza via tecnica ancora al vaglio dello staff del ministro Giorgetti per consentire l’accesso ai 10 milioni senza violare le limitazioni europee agli aiuti di Stato.
E mentre, a un anno esatto dal primo sciopero spontaneo che proprio qui fu messo in atto per evitare il rischio contagi, Corneliani aderisce con la stragrande maggioranza delle aziende mantovane alle vaccinazioni anti-Covid in fabbrica, intanto in molti nel piazzale di via Panizza 5 si chiedevano come interpretare la “svolta” dell’ad per la continuità produttiva ad ogni costo come per l’amministrazione straordinaria in continuità quale paracadute da aprire in ultima istanza se non dovessero esserci gli estremi per un concordato in continuità. E questo ad appena due settimane da quella sorta di “duello” con il segretario della Filctem Cgil Michele Orezzi e le operaie che l’aveva visto non rispondere a una richiesta di impegno personale in tal senso. Al momento l’unica cosa certa è che quel «continuità produttiva prima di tutto» si tradurrà già nei prossimi giorni con il via allo studio dei capi per la primavera-estate 2022 così come, al concludersi a fine mese della campagna vendite per il prossimo autunno inverno, con la programmazione per l’acquisto delle materie prime necessarie alla produzione, il cui riavvio sarebbe comunque al momento escluso per tutto il mese di aprile.
Ribadito infine anche ieri nelle assemblee che qualsiasi piano industriale di ristrutturazione dovrà essere condiviso con i lavoratori e che gli oltre 15 milioni raccolti dalla campagna vendite sono comunque un successo in un panorama generale di sofferenza del settore per la crisi Covid che vede Corneliani reggere meglio di altri competitor, sindacati e Rsu sono tornati a confermare che «la mobilitazione e i presidi continuano a oltranza finché non ci sarà una soluzione». Lunedì 15 si riparte.
