UDINE. Marino Lombardo non c’è più. Se n’è andato martedì 9 marzo nella sua casa di Castelvenere, vicino a Umago in Croazia, dove abitava da qualche anno con la sua compagna, la signora Maria, stroncato da un infarto mese prima del giorno del suo 71º compleanno.
Nato a Trieste, Lombardo aveva legato la sua carriera di calciatore al Torino che lo acquistò nel 1967 dalla Tevere Roma dove aveva vissuto un paio di stagioni nel settore giovanile. Lombardo con la maglia granata giocherà 92 partite, le ultime tre nella stagione ’75-’76, quella dello scudetto. Sì, era stato compagno di squadra di Pulici e Graziani, di Pecci e Zaccarelli, di Castellini e Caporale. Dopo tre anni trascorsi tra Cesena, Pistoia e Pescara, approdò alla Triestina. La sua ultima squadra da calciatore è stata la Pro Gorizia.
In riva all’Isonzo non ha allenato (si sedette sulla panchina del Nova Gorica nella stagione ’92-’93), ha invece diretto le altre tre squadre della regione: l’Udinese, il Pordenone e la Triestina. In bianconero cominciò allenando gli allievi nazionali, e dopo la parentesi Pordenone, tornò a Udine dove gli fu affidata la Primavera. Quando, dopo cinque gare, Pozzo esonerò Massimo Giacomini, in panchina nelle gare con Piacenza e Triestina ci andò lui in attesa dell’ok per il tesseramento di Bora Milutinovic silurato poi a metà dicembre per fare posto a Sonetti. Alla fine di quella stagione lo chiamò la Triestina con la quale vinse il campionato di serie C.
In campo c’era Maurizio Trombetta che lo ricorda così: «Arrivai durante il mercato di novembre – ricorda –. A lui mi legherà per sempre quella promozione in B, ma io adesso penso alla persona, all’uomo, sempre garbato e disponibile».
Una delle persone del calcio più legata a Lombardo è Walter Franzot: i due vissero assieme l’esperienza nel settore giovanile dell’Udinese, uno negli Allievi l’altro nella Beretti. Dal 2002 al 2010 Lombardo era tornato a occuparsi di settore giovanile lavorando al Monfalcone dove ricoprì la carica di ds scegliendo come allenatore proprio Franzot. «Prima di ritrovarci all’Udinese siamo anche stati compagni di squadra in nazionale nell’Under 21 e nell’Under 23 – ricorda Franzot –. Marino era un grande conoscitore di calcio, sapeva fare molto bene il suo lavoro. Io più che un amico perdo un fratello».
