Centomila. È il numero di morti per Covid, in Italia, dall'inizio della pandemia ad oggi. Già centomila morti a fronte di un numero crescente di contagi giornalieri. "Il problema è che adesso li perdiamo prima", dice il professor Stefano Nava, che da anni dirige i reparti di pneumologia e sub-intensiva dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna."Ho tutti e 34 i posti letto occupati. Ho 'rubato' un piano ai miei colleghi", rivela in un'intervista a il Corriere della Sera.
Centomila morti per CovidSono numeri impressionanti quelli della curva epidemiologica in Italia. Un curva che continua ad impennarsi, giorno dopo giorno, oltrepassando di misura la soglia dei centomila morti dall'inzio della pandemia. L'ultimo bollettino (quello dell'8 marzo) riferisce di 13.902 nuovi casi con 318 decessi in poco più di 24 ore. Un tuffo nel recente passato, al marzo 2020, allo stillicidio di Bergamo. Eppure, nonostante per la conta dei morti non bastino più le dita di una sola mano, sembra sia calato il silenzio sulle vittime. "Oggi il malato ti scappa in un tempo molto più veloce - spiega il professor Nava - un giorno ha parametri da dimissione, quello seguente viene intubato. Nella primavera del 2020 c'erano focolai più grandi. La bocciofila di Medicina, il corriere della Bertolini. Adesso invece abbiamo tantissimi cluster familiari. E a causa delle varianti, un'età media più bassa di 10-12 anni". Poi, continua: "Oggi sembra che questi morti siano un problema che riguarda solo gli altri. Anche per via di un racconto distorto della realtà. Io capisco i problemi economici, la frustrazione. Ma tra salute e profitto, una società sana sceglie sempre la prima opzione".
Differenze tra le diverse ondateC'è un concorso di "colpe" ma anche di cause ed effetti che spiegherebbero la nuova curva infettiva. Se è vero che le varianti del virus abbiano fatto gioco in questa seconda (o terza) ondata, anche i comportamenti non sempre virtuosissimi delle persone hanno fatto la loro parte. O, almeno, questa è la tesi dell'esperto: "Di recente non si è sempre seguito in modo rigoroso quanto suggerito in maniera ben poco persuasiva. Prima, i comportamenti erano stati quasi sempre virtuosi. A settembe, tornando a casa dall'ospedale, incrociai in centro sei ragazze senza mascherina. - racconta Nava - Glielo feci notare dicendo di pensare ai loro nonni. Mi mandarono a stendere". Poi, ci si sono messi anche i negazionisti: "La scorsa estate abbiano ricoverato un signore convinto che il Covid non esistesse. - rivela il professore - Diceva che eravamo pazzi criminali. Poi è peggiorato. Abbiamo dovuto intubarlo. Oggi gestisce una pagina Facebook che sprona gli italiani a fidarsi dei vaccini".
A che punto siamo con l'epidemia?Difficile, ad oggi, intravedere la via d'uscita dal tunnel oscuro della pandemia. "Ne sappiamo ancora poco di questa malattia - chiarisce Nava - E non abbiamo ancora trovato una buona cura. Questo ha confuso la popolazione, anche perché intanto siamo stati sommersi dalle dichiarazioni di miei colleghi che si presentavano in televisione con la verità in tasca". La speranza è stata riposta tutta nei vaccini: "Centomila morti sono un lascito terribile ma resto ottimista. - conclude il dirigente di pneumologia del Sant'Orsola - A due condizioni: vaccinare, chiunque e ovunque. E poi, non abbassare la guardia evitando di lanciare messaggi contraddittori".