Sblocco delle forniture da domani, i Vax Point saliranno da 4 a 6 per immunizzare il più alto numero di persone
TREVISO. È atteso per venerdì lo sblocco delle forniture dei vaccini anti-Covid. Previsto l’arrivo di circa 30 mila dosi di siero a settimana per la Marca. «Adesso si fa “sul serio”» dice il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi che mercoledì sera ha riunito il Comitato per l'Emergenza di Sanità Pubblica (Cesp) per elaborare un nuovo piano d’azione. Squadre vaccinali rafforzate e impiegate fino a 14 ore al giorno, al vaglio l’aumento dei Vax Point sul territorio, passando da 4 a 6 strutture operative.
DOSI E LOGISTICA
«Siamo pronti a vaccinare da mattina a sera, per 14 ore al giorno, viaggiando al ritmo di 5.000 punture giornaliere» aggiunge il dg. E, come ha già fatto per dare man forte “ai suoi” con i tamponi ai Covid Point nel momento di massimo lavoro, Benazzi è disposto a scendere in campo personalmente per aiutare i suoi collaboratori nell’esecuzione delle punture.
«Da giovedì arrivano i vaccini, voglio tutti pronti a partire. L’importante è vaccinare, vaccinare e vaccinare. Facendo il più velocemente possibile per dare un colpo reni decisivo» ripete come un mantra. Le forniture promesse e tanto attese sono in viaggio verso la provincia di Treviso. Nel frattempo, i vertici dell’Ulss insieme al dipartimento di Prevenzione e al Servizio Igiene e Sanità Pubblica, stanno lavorando alacremente per essere pronti a somministrarle subito. Oltre a rimpinguare le équipe per la profilassi occorre infatti potenziare anche la filiera della logistica e l’organizzazione telematica per convocare i candidati. «Ho fatto una promessa ai trevigiani: andremo avanti spediti con l’immunizzazione e intendo mantenerla» aggiunge il numero uno della sanità trevigiana.
LA SFIDA
Lo stock in consegna prevede fiale di Pfizer e Moderna, un ulteriore passo avanti potrà esserci quando anche AstraZeneca incrementerà gli invii e quando sarà in commercio anche il farmaco Johnson & Johnson. Il traguardo è ambizioso, la strada da fare è ancora molta per arrivare a una copertura della popolazione trevigiana tale da arginare la circolazione del virus.
«Dobbiamo vaccinare gli 800 mila residenti della nostra provincia, ovviamente non possiamo che procedere per gradi, mettendo in sicurezza prima chi ha più bisogno e sempre facendo i conti con gli approvvigionamenti di siero» sottolinea il direttore Benazzi. Priorità agli anziani dagli 80 anni in su, quindi alle persone con patologie e i lavoratori dei servizi essenziali, a seguire i più giovani.
«Il principio che ci guida è salvare vite umane, partendo dai più fragili e dai più esposti all’infezione. Il vaccino è lesinato e si deve fare una scelta legata all’opportunità di vita e malattia di una persona» esemplifica Benazzi, «il 30enne sano che si ammala guarisce, l’85enne può rischiare di morire». Ma qualche luce di speranza si è già accesa, ricorda il dg: «Nelle case di riposo, dove sono immunizzati operatori e degenti, non si muore più per Covid». —
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