Viaggi azzerati, ha chiuso un’attività su cinque. Carbonatto: «La ripresa? Se ne riparlerà dal 2022»
IVREA
I conti, purtroppo, sono presto fatti: in nove mesi si sono perse 390mila attività.
Il dato, accertato, è stato fornito da Confcommercio. E, spulciando l’elenco delle microimprese devastate dai deleteri effetti della pandemia salta agli occhi un dato su tutti: una agenzia di viaggi su cinque ha abbassato le serrande e non le rialzerà più.
Bar, ristoranti e negozi di abbigliamento, scarpe e pelletteria non se la passano meglio, ma in fondo al tunnel vedono uno spiraglio di luce, ovvero clienti che tornano a mangiare fuori e fare acquisti. Non è così per i tour operator: da un anno all’estero ci va solo più chi è costretto per lavoro, le vacanze ormai le famiglie se le organizzano in proprio, il turismo culturale è congelato. Pochissime le prenotazioni, qualche timida richiesta di informazioni sul periodo estivo: tutto qui. Uno scenario semplicemente terrificante.
La conferma arriva anche da un semplicissimo tour tra le agenzie del Canavese.
Da Nairi viaggi di Caluso, la titolare Daniela Felletti, 38 anni di Chivasso spiega che «non stiamo andando bene, per niente» perché «la gente entra in agenzia solo per chiedere informazioni su cosa si può fare. In tema di spostamenti regna il caos assoluto». In base al colore ci si può spostare o meno tra regione e regione. E i colori cambiamo frequentemente. «Immaginarsi gli spostamenti internazionali, quindi».
«Il calo degli affari è gigantesco. La media nazionale parla dell’80% se non addirittura del 90%. Diciamo che realisticamente qui abbiamo lavorato un 75% in meno. Al momento - racconta Daniela Felletti - l'unico modo per andare a farsi un viaggio è quello di andare in crociera nel Mediterraneo. In questa direzione qualcosa sembra muoversi, anche se non è molto».
Possibilità di andare in crociera. Forse uno spiraglio si intravede. Lo conferma Irene Vigliani, 38 anni, titolare dell'agenzia “A partir da qui” di Ivrea: «Da domenica scorsa si può andare in viaggio esclusivamente in crociera per una settimana. Prima di imbarcarsi viene fatto il test rapido che però non rileva la carica virale del Covid. Si può essere negativi al momento del test antigenico e poi due giorni dopo passare a positivo. Per stabilire questo aspetto bisognerebbe effettuare il test molecolare. La settimana di relax non comprende però le visite a terra dove la nave attracca e questo fa perdere fascino al viaggio. Le persone a bordo hanno però libero accesso a palestra, ristorante, centri benessere e teatri. C'è molto timore nell'imbarcarsi ed i tour operator non hanno ancora nemmeno stampato i cataloghi del 2021». La gente ha paura. I potenziali clienti sono spaventati anche secondo Luca Carbonatto, 48 anni titolare dell'agenzia Sait viaggi di Ivrea: «Non c'è richiesta. Ci s'informa su che cosa si potrà fare più avanti. Le uniche persone che sono partite sono quelle che si sono ricongiunte con parenti o che avevano urgenze familiari, professionali, personali. Ma anche in questo caso non è stata molta la richiesta. Speriamo che in primavera ci possa essere una ripresa. Mentre per la normalità credo si debba iniziare parlarne del 2022». C’è poi la crisi economica, un fattore che è stato, è e sarà sempre più determinante. Lo dicono, anche in questo caso, i numeri che non mentono mai: nonostante gli aiuti, il crollo dei consumi è vicino all’11% che si è tradotto in una sforbiciata agli incassi da 120 miliardi di euro. Nel 2020, stima Confcommercio, abbasseranno per sempre le serrande 390mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi a fronte di 85mila nuove aperture. Alla fine il paese si troverà quindi con 305mila imprese in meno. —
(Ha collaborato Loris Ponsetto)