TRIESTE Difficile immaginarsi più disciplina di così. I triestini infatti escono con la coscienza pulita dai primi giorni di festa celebrati tra i confini di una fortificazione anti-Covid a tinte scarlatte. È il quadro, sostanzialmente privo di sbavature, che emerge dalle voci di chi ha trascorso le ultime ore a monitorare la situazione.
«Tra Vigilia, Natale e Santo Stefano, sono state controllate circa 200 persone. Ma non si sono registrati problemi. Ad eccezione di qualche caso particolare e di due verbali fatti nella mattinata del 26 dicembre, tutti erano in regola», assicura anzitutto il comandante della Polizia locale Walter Milocchi: «La gente ha rispettato le modalità di spostamento, e non abbiamo mai trovato più due adulti nello stesso contesto».
Nella gran parte dei casi, coloro che sono stati oggetto di controllo si erano messi in strada per andare a trovare amici e parenti. Ma nell’elenco di chi ha dovuto dare giustificazioni del peregrinare agli uomini in divisa si contano anche lavoratori e sportivi in solitaria. Tutti, comunque, sono stati pronti a sventolare la salvifica autocertificazione.
La predisposizione al rispetto delle regole sembra non aver stupito nessuno. «I triestini si erano comportati in modo ineccepibile anche nel corso del primo lockdown. In questo caso tutto è stato reso più semplice dal fatto che si trattasse di una zona rossa temperata – prosegue Milocchi: «Contrariamente alla scorsa primavera, infatti, la gente può andare a fare visita anche ai conoscenti, mentre i commercianti possono vendere il cibo d’asporto. Insomma, ci sono molti più spiragli di libertà. E questo ha reso tutto più sopportabile, sia per i cittadini che per gli esercenti».
Il bilancio in tema controlli del primo Natale in era di pandemia, dunque, è buono e lo confermano anche le parole dal prefetto Valerio Valenti. «Nel corso di queste giornate, sul territorio cittadino sono state disposte 15 pattuglie delle forze di Polizia, unite ad altre otto fornite dalla Polizia locale. Un totale di 23 nuclei che hanno coperto tutta l’area di Trieste», dichiara Valenti: «Siamo soddisfatti di come è andata, la gente ha dimostrato di rispettare le restrizioni previste dalla zona rossa. Non sono state registrate situazioni particolarmente critiche». «Forse - tiene ad aggiungere il prefetto - un’altra ragione per cui tutto è stato così tranquillo è il fatto che per i cittadini non è stato un problema godersi le giornate di festa in compagnia del singolo nucleo familiare. Del resto, le misure adottate e le varie deroghe concesse si sono rivelate più che adeguate a soddisfare le diverse esigenze». Nei giorni tradizionalmente più frenetici dell’anno, Trieste si è dunque arresa a festività senza clamore né suoni. Se non quelli garantiti dalla pioggia e dal vento, che per diverse ore hanno sferzato sulla città, inibendo ulteriormente ogni desiderio di mettere il naso fuori casa.
«Per le strade non circolava quasi nessuno. Ci saremmo aspettati un po’ più macchine, forse anche il maltempo ha fatto la sua parte nel convincere le persone a non uscire», spiegava un poliziotto che nel pomeriggio di Natale pattugliava largo Pestalozzi: «O forse le disposizioni cambiano talmente spesso che molti hanno paura di sbagliare. E, pur di evitare brutte sorprese, preferiscono rimandare ogni visita a tempi migliori».—
