foto da Quotidiani locali
VIAREGGIO. Tre mesi a Cambridge a perfezionare l’inglese, vacanza-studio come meritato premio per la maturità conseguita al liceo artistico “Passaglia” di Lucca. Poi, domenica, l’impatto brutale con gli effetti della mutazione del virus covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’Inghilterra e spaventando tutto il mondo. La notizia, a check-in già effettuato, che di tornare in Italia non se ne parlava.
Ieri mattina, alle prese con l’affannosa ricerca di un volo qualsiasi che lo avvicinasse a casa, Nicola Elderton ha inviato alla madre un messaggio denso di sconforto: «Darei via un rene per essere a casa ora. Mamma, sono distrutto».
Nicola – ricorda il padre Roberto Elderton, titolare del negozio “Skylab” al Marco Polo, aveva il volo prenotato alle 18 di domenica 20 dicembre. Ha fatto regolarmente il check-in e a quel punto gli hanno detto che il volo per l’Italia era annullato. Il Governo italiano, infatti, nel corso della giornata ha chiuso gli aeroporti ai voli in arrivo da tutti gli aeroporti inglesi.
«A quel punto – così ricorda il padre del ragazzo viareggino rimasto bloccato a Londra – abbiamo cercato un riferimento, un numero di telefono, o con l’Ambasciata italiana a Londra o con la Farnesina. Ma niente: non siamo riusciti a trovare un numero telefonico dove ottenere un po’ di udienza».
Senza riuscire a reperire nessuna informazione, la prima necessità è stata quella di assicurarsi che Nicola trovasse un posto adeguato dove dormire, vicino all’aeroporto. Per poi ricaricargli la carta di credito, così da poter tentare di trovare un volo l’indomani, per un qualsiasi Paese europeo che non avesse ancora chiuso gli aeroporti ai veivoli britannici.
Anche il lunedì mattina è trascorso a cercare di parlare con il Consolato italiano. Fino a quando Nicola non ha informato la famiglia della possibilità di un volo Londra-Malaga-Barcellona-Bologna, previo tampone rapido da eseguire in aeroporto, risultato in novanta minuti.
«Così, però, se anche uno fosse negativo quando parte ma ha avuto contatti con il virus finisce per portarlo in giro ovunque» commenta papà Elderton che si dice sconcertato.
Alle 14 ora italiana arriva l’esito del tampone: negativo. Ma prima di poter salire sull’aereo va affrontata l’incognita della decisione della Spagna, con le notizie che cambiano di minuto in minuto. «Senza contare -, sottolinea Roberto Elderton – che una volta messo piede a Malaga non sappiamo ancora se incapperà o meno in una quarantena decisa magari mentre lui è in volo».
La protesta della famiglia di Nicola è dura: «C’è stata poca organizzazione e si sono mandati allo sbaraglio centinaia di italiani che dovevano fare rientro in patria. Bloccandoli fino al 6 gennaio oltremanica se non hanno trovato all’ultimo tuffo, domenica pomeriggio, un volo qualsiasi per l’Europa mentre in aeroporto era il panico. La domanda che ci facciamo e che poniamo al nostro giornale è: dove sarebbe andato Nicola, che l’Italia vorrebbe bloccato a Londra fino al 6 gennaio, se non avesse noi alle spalle? Sotto un ponte? Non è tollerabile che si possa lasciare gli italiani in un’altra nazione senza nessun tipo di informazione, senza nessun tipo di sostegno. È da veri e propri incompetenti».
Quando mancava poco alle 18 in Italia Nicola ieri è riuscito a salire sull’aereo che lo ha portato da Londra a Malaga, in Spagna. «Domattina alle 9 (oggi per chi legge, ndr), se tutto va bene, salirà sul volo per Barcellona. Salvo incognite dell’ultima ora. Tutto questo perché l’Italia non è riuscita ad organizzare un volo di rimpatrio degli italiani in Inghilterra» commenta amaro papà Elderton. —
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