Dopo le ultime risse e le contromisure annunciate dal sindaco, non si fermano: «Siamo minorenni, non potete farci nulla»
Gabriele Farina
Social, sballo, social. Sono le “s” che si ripetono in centro. Gruppi di giovanissimi si danno appuntamento via chat. Si ritrovano a nord di via Emilia Centro. Fumano, bevono, litigano e si filmano con gli smartphone. Esasperano gli animi di residenti ed esercenti. Si dileguano all’arrivo delle forze dell’ordine. Salvo riprendere poco dopo.
«Sono arrabbiato come padre prima ancora che come sindaco - la sfuriata di Gian Carlo Muzzarelli - perché noi vogliamo che i nostri ragazzi si divertano, ma non che distruggano». Il sindaco ha annunciato una stretta in due mosse: più telecamere e agenti in borghese.
Gli ultimi episodi risalgono alla sera di due giorni fa. Nella zona tra corso Canalgrande e via Farini sono state notate decine di giovani, di età presumibile tra i 14 e i 16 anni. La maggior parte italiani. L’aspetto curato da “Modena bene” stride con i comportamenti osservati. Superalcolici che passano tra le mani di adolescenti. Mascherine abbassate mentre si alternano bevute e fumate. Assembramenti e schiamazzi a turbare l’ultima domenica in zona gialla.
Le prospettive raccolte sono diverse. Qualcuno riflette su un contrasto che appare paradossale. Da un lato, il ristorante che deve chiudere alle 18 per rispettare le norme. Dall’altro, capannelli di giovanissimi inosservanti delle regole. C’è il residente che minacciava di passare alle vie di fatto qualora i giovani perseverassero nel loro atteggiamento. Un atteggiamento ormai identificato da residenti e commercianti come sfida. Gli spintoni rimediati lo scorso anno da un esercente in via Coltellini sono indicativi. Erano la risposta di giovani tra i 15 e i 16 anni al rifiuto di vendere loro alcolici. Prima della fuga la canzonatura: «Tanto non ci puoi fare niente, siamo minorenni». L’alcol resta al centro dei raduni degli adolescenti. C’è chi riferisce che domenica una ragazzina si è fin sentita male per gli effetti dell’alcol.
Una coppia di adulti ha preferito fare marcia indietro piuttosto che attraversare la marea umana e andare a trovare alcuni amici. «Il fatto che i residenti rimangano blindati in casa non è bello per niente - ammonisce Antonella Bernardo, presidente del Quartiere 1 - non è bello in un centro così come non lo è da altre parti. Chi usa il buonsenso e il senso di responsabilità si ritrova chiuso in casa». Per Bernardo la situazione è «molto preoccupante».
Come per il sindaco, il suo intervento va al di là della carica istituzionale. «Come mai le famiglie non sono al corrente di quanto fanno i loro figli?» si domanda. «Da madre, quando mio figlio esce (le poche volte in cui esce) so dove va. Non capisco come mai questi genitori non facciano i loro controlli». La presidente del Quartiere 1 ricorda la rissa di sabato 12 tra via Torre e via Taglio, emblematica della situazione. «È diventata ormai una moda - sottolinea Bernardo - scoppiano le risse e c’è puntualmente un gruppo che filma la scena. Mi appello alle famiglie, sono responsabili delle azioni dei figli: li controllino. La situazione del Covid certamente non giova, ma un ruolo importante lo hanno i genitori. Va spiegato ai figli che ricorrere alla violenza è sempre sbagliato. Così come è da incivili distruggere gli oggetti altrui». —
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