CARRARA. Dopo la notizia del disco d’oro per aver cantato nell’album “Note di viaggio – Vol. 1” (Bmg) dedicato a Francesco Guccini, abbiamo ripercorso con il cantautore carrarese Francesco Gabbani le tappe del suo 2020. Un anno complicato, tenuto conto del dramma sanitario legato alla pandemia, ma anche un periodo in cui il musicista si è concesso a nuove opportunità.
Il 2020 è iniziato con la partecipazione al festival di Sanremo. Che ricordi hai di quest’ultima edizione?
«II ricordo principale dell’ultimo Sanremo ha connotati emotivi personali. Si cominciava a parlare di questo virus “che arrivava dalla Cina”, senza però avere la percezione di un rischio così alto e dell’evoluzione della pandemia, con successivo lockdown. Conseguentemente, noi artisti abbiamo proseguito a vivere la kermesse musicale in modo emotivamente coinvolgente. Arrivavo al Festival dopo 3 anni e dopo il risultato sorprendente di Occidentali’s Karma, ma proponendo un pezzo diverso dal tormentone che il pubblico poteva attendersi. C’erano, su di me, molte aspettative. La mia idea però è stata quella di propormi in modo più intimista, proponendo la mia musica, senza l’intento di stupire dal punto di vista dell’impatto, ma più per l’aspetto emozionale, senza sovrastrutture o "effetti speciali"».
E come è andata?
«Non ho vinto, ma mi sono reso conto d’aver fatto centro, proponendomi per quello che sono davvero. La partecipazione mi ha consentito di avere una svolta dentro me stesso, permettendomi di capire meglio qual è la percezione che le persone hanno del mio modo di fare musica». Prima del lockdown c’è stata l’uscita dell’album “Viceversa” e il relativo firmacopie-tour… «I firmacopie mi hanno fatto cogliere una differenza, tra quelli che venivano per Magellano (il precedente album, che conteneva “Occidentali’s Karma”, ndc) e quelli che venivano per Viceversa. Per Magellano venivano a incontrare il fenomeno del momento, amplificato dalla curiosità. Quelli di Viceversa invece mi dicevano che avevano capito che ero un artista da seguire, al di là della scimmia e del clamore che avevano visto con Occidentali's Karma».
È nato un nuovo rapporto col pubblico, dopo “Viceversa”?
«Probabilmente sì. Quell’album è stato anche utile per prendere le misure col tipo di lavoro che faccio. Ho preso coscienza della qualità di chi mi segue e non solo della quantità. E questo, se vogliamo, mi legittima a fare quello che faccio con ancora più convinzione. È stata una evoluzione percettiva emozionante».
Come hai vissuto il lockdown?
«Sono passato dagli instore, dove abbracciavo migliaia di persone ogni giorno, all’isolamento domestico, dove però ho provato a cogliere gli aspetti positivi della situazione drammatica che viveva il Paese. Mi sono dedicato, così, a fare le dirette sui social, suonando e regalando qualche momento di spensieratezza a chi aveva voglia di seguire ciò che facevo da casa».
Sei uno dei pochi artisti che durante l’estate ha scelto di fare un tour. Com’è andata?
Non potendo fare live tradizionali, ho pensato di creare uno spettacolo musicale, nel rispetto della normativa vigente, dal titolo “Inedito acustico”: è stato uno show che, in condizioni normali, non mi sarebbe mai venuto in mente di fare. È stato un tour acustico, con connotati anche teatrali, dove mi sono posto in modo diverso, parlando di più e raccontandomi al pubblico. Questa condizione mi ha fornito due nuove emozioni: quella di risalire sul palco dopo molto tempo, ma anche quella di farlo in modo diverso, rivivendo l’entusiasmo del principiante. Toccare con mano la partecipazione e la risposta del pubblico, con date quasi tutte sold-out, ha conferito un nuovo valore al mio mestiere. Ma soprattutto mi ha fatto capire come sia importante cambiare la prospettiva: anziché vivere la negatività della situazione, ho provato a viverla come un'opportunità».
A proposito di cambiare prospettiva: mentre il brano “Il sudore ci appiccica” entrava nelle prime posizioni delle classifiche e del Power Hits Estate, nasceva anche una nuova versione di “Einstein”.
«All'interno di Viceversa, che si promette di analizzare l’io per come viene visto dagli altri, il pezzo “Einstein” rappresenta un punto di partenza del disco, ma anche di chiusura. È un rimarcare la ricerca della verità, tenendo conto che tutto è relativo. Sembra una banalità, ma è bene ricordarlo sempre. Ecco quindi l’idea di riproporre, in autunno, il singolo “Einstein” in versione più intima».
Dopo che, secondo Google, il video di Viceversa si è posizionato al secondo posto tra quelli più visualizzati nel 2020, e con il disco d’oro per aver partecipato all’album “Note di Viaggio – Vol. 1”, come concluderai questo 2020?
«Senza dubbio, facendo gli auguri a tutti quanti, affinché il 2021 si riveli più sereno, sia dal punto di vista salutare, che economico. Buone Feste». —