Il direttore generale dell’Ausl Antonio Brambilla non vuole che si commettano gli stessi errori della scorsa estate, quando un comportamento poco rispettoso delle regole ha determinato un autunno difficile sul piano dei contagi e dei ricoveri. In particolare a Modena, che è stata la provincia più colpita della regione.
MODENA Ora che il peggio è alle spalle, il direttore generale dell’Ausl Antonio Brambilla non vuole che si commettano gli stessi errori della scorsa estate, quando un comportamento poco rispettoso delle regole ha determinato un autunno difficile sul piano dei contagi e dei ricoveri. In particolare a Modena, che è stata la provincia più colpita della regione.
«È solo un’ipotesi - premette - ma credo che siccome abbiamo vissuto una prima fase “migliore” rispetto ad altri territori, come Piacenza, può essere ci fosse più tranquillità e, quindi, sono scattati comportamenti individuali meno ligi. Mi sono state inviate foto di pomeriggi e aperitivi in centro a Modena, così come a Bologna».
Brambilla pretende più attenzione da qui in avanti. Mentre fa un mea culpa sui ritardi di referto dei tamponi delle settimane scorse: «Abbiamo avuto due rotture ai macchinari», ammette. Ma poi rivendica l’attuale capacità di screening: «Riusciamo a dare l’esito entro 24 ore e in regione ci riusciamo soltanto noi e Piacenza».
Sul personale, invece, riferisce che sono 250 i dipendenti positivi: 130 dell'Ausl e 120 dell'Azienda ospedaliero-universitaria.
«È un numero- spiega Brambilla- che varia molto di giorno in giorno. Ci aggiriamo sempre tra i 200 e i 250 positivi: ricordo che sono persone che non possono lavorare, impattando sull'attività assistenziale. Al momento, come abbiamo detto ai sindacati, risulta difficile considerali infortuni sul lavoro, visto che è difficile stabilire con certezza dove uno si è contagiato». —