Nelle Asl delle aree vaste saranno creati centri specializzati per prendere in carico i positivi e i loro contatti
FIRENZE. Casi in crescita e una percentuale tra casi tracciati e casi testati superiore al 10% negli ultimi quattro giorni quando il limite di “allarme” è considerato il 5%. Un segnale che il tracciamento dei contagi rischia di sfuggire di mano e che il dipartimento di sanità della Regione ha deciso di riorganizzare perché «è il virus che comanda e noi dobbiamo adattarci». Sarà creato un enorme “call center” con 500 operatori e con sedi nelle aree vaste: 174 ci sono già, altri saranno selezionati tra il personale dell’Asl e altri 300 saranno chiamati dalla graduatoria di medici specializzandi e medici in pensione che avevano dato la propria disponibilità. Il lavoro del resto è molto complesso e centrale nella gestione dell’emergenza: il personale sanitario dei Centri di tracciatura dovrà essere il collegamento tra i casi positivi, i loro contatti e il sistema sanitario. Il compito sarà quello di prendere in carico chi ha avuto il tampone positivo, spiegare tutto quello che accade, i comportamenti da tenere, capire chi sono le persone da contattare e fare altrettanto con loro inserendole nel percorso per fare i tamponi. Inoltre gli operatori si occuperanno di inviare la documentazione formale per entrare e uscire dalla quarantena. Solo nell’Asl Centro si è partiti con 160 operatori, il doppio di quelli impiegati finora, nella Nord Est il servizio sarà potenziato a breve fino a raggiungere 15 medici a Lucca, 14 a Massa, 15 a Livorno e 17 a Pisa per un totale di 61. Ad Arezzo è già attivo, a Grosseto e a Siena è in procinto di cominciare il lavoro con la nuova organizzazione.
«Quando i volumi diventano importanti è necessario cambiare il modo di lavorare – spiega Carlo Tomassini, dirigente della sanità toscana – e serve diventare più standardizzati e industrializzati in modo che il servizio di tracciatura assuma le caratteristiche di un servizio affidabile, certo e sempre allineato con la domanda che si presenza».
I Centri di tracciatura di fatto prenderanno in carico i pazienti richiamandoli quotidianamente per capire se le condizioni di salute sono chiamati. «Con i numeri aumentati non siamo più riusciti a farlo - dice Tomassini – ma da ora in poi contiamo di aumentare il numero dei medici destinati a questo lavoro proporzionalmente all’aumento dei casi. Ogni Asl dovrà essere in grado di controllare quanto sta sull’onda per evitare di venire sopraffatti dai numeri».