Manzoni (Ert): «Speriamo che si torni presto indietro». Bevilacqua (Css): per l’Agis un solo contagio in 2.782 eventi
UDINE. Anche i teatri fanno i conti con la nuova ordinanza regionale firmata venerdì scorso dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, per i teatri e i cinema o altri luoghi all'aperto adibiti allo spettacolo. Nell’ordinanza si prevede che “il numero massimo di spettatori sia determinato assicurando uno spazio libero tra posti fissi e identificati e, in caso di posti non identificati (quali spalti e gradinate), con distanziamento interpersonale di almeno un metro, salvo i gruppi conviventi. In ogni caso il limite massimo è di 1.000 spettatori per spettacoli all'aperto e di 700 spettatori per le strutture al chiuso e comunque sia in entrambi i casi non si può superare la capienza di 1/3 di quella consentita”.
Ed è su quest’ultima frase che si fissano tutte le preoccupazioni dei direttori dei teatri, consapevoli dell’impatto che le nuove limitazioni avranno sulle maestranze, migliaia di lavoratori e sul pubblico.
«Tutti ci aspettavamo una proroga dell’ordinanza in cui la nostra regione manteneva come il Veneto e l’Emilia Romagna la regola di un posto sì e uno no – approfondisce Renato Manzoni (Ert) – una disposizione va detto molto buona che consentiva di conciliare sicurezza e lavoro. Noi speriamo che a scadenza ( domenica) si possa tornare indietro. I teatri con poca capienza non avranno altrimenti possibilità di andare avanti. Con solo un terzo di posti disponibili salta tutto. Abbiamo programmato un recupero di sei spettacoli annullati lo scorso anno per i seimila abbonati delle stagioni del circuito Ert che hanno date e posti a sedere fissi calcolati sul 50% dei posti utilizzabili. Con la regione e l’assessore alla cultura Gibelli c’è sempre stato un dialogo proficuo, tutti noi ci auguriamo che si trovi presto una soluzione».
Per il presidente della Fondazione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Giovanni Nistri, «in questa nuova situazione è difficile anche programmare. Stiamo cercando di progettare la stagione con uno sguardo in avanti di soli due mesi. Oggi abbiamo 410 posti disponibili a fronte di una capienza del teatro cittadino di 1.230, e con molte difficoltà lavoriamo. Il teatro si è dotato di tutti i dispositivi per garantire la sicurezza. I posti sono numerati e una volta raggiunto il proprio posto, resti seduto e con la mascherina. Tutti sono tracciati. Con un terzo di spettatori è impossibile lavorare, anche perché il teatro Giovanni da Udine ha il 50% dei ricavi dalle attività che facciamo».
Anche il Teatro Verdi subirà una riduzione della capienza. La sua direttrice Marika Saccomani ricorda che «è vero che siamo una regione fortunata rispetto alle altre che hanno avuto capienza massima di 200 posti. Il Verdi ora arriva a 312 su 940. Il pensiero è che a scadenza dell’ordinanza ci si adegui all’attuale Dpcm e la situazione peggiori ulteriormente. L’impatto sui teatri più piccoli è terribile. Abbiamo livelli di sicurezza altissimi. Sanifichiamo dopo ogni spettacolo. Le ripercussioni economiche che ci saranno in seguito alle nuove disposizioni incalzano i nostri timori».
«Per la stagione di teatro Contatto a Udine, non ci saranno ripercussioni – spiega il presidente del Css Teatro Stabile di Innovazione Alberto Bevilacqua – è stato costruito fino al 31/12 con spettacoli prodotti da noi e per pochi spettatori. Non sarà così per Cervignano. La stagione parte questa sera e il pubblico degli abbonati è stato tutto confermato. Mi unisco alla preoccupazione di tutti i direttori regionali e da vice presidente dell’Agis tre Venezie voglio ricordare che da quest’estate in tutta Italia su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle Asl territoriali. Una percentuale, questa, pari allo zero e assolutamente irrilevante, che testimonia quanto i luoghi che continuano ad ospitare lo spettacolo siano assolutamente sicuri. Se il sistema teatro si inceppa la cosa riguarda tutti. Credo che non sia il momento di contrapporsi al legislatore ma di stargli vicino evidenziando con chiarezza che questo dispositivo non risolve».
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