Entra in vigore giovedì 22 ottobre il coprifuoco in tutta la Lombardia: dalle ore 23 alle 5 di mattina si dovranno quindi fermare tutte le attività e gli spostamenti, ad esclusione dei casi «eccezionali». Questi ultimi sono quelli già contemplati durante il lockdown, ovvero motivi di lavoro o comprovata urgenza. Non appena sarà firmata l'ordinanza dunque tornerà il lasciapassare nella forma del modulo di autocertificazione esattamente come avvenuto nel periodo di lockdown e nelle zone rosse dichiarate per isolare i focolai. Alla proposta di coprifuoco – condivisa dai sindaci delle città lombarde capoluogo, dai capigruppi di tutti i partiti e dal presidente della Regione, Attilio Fontana – non si è opposto il governo. Il Dcpm varato domenica 18 ottobre, valido fino al 13 novembre, assegna ai sindaci la prerogativa di decidere l'imposizione di misure più restrittive in base all'andamento dei contagi.

Le regole del coprifuoco

Il coprifuoco vieta la circolazione e gli spostamenti salvo che per motivi di lavoro o comprovata urgenza. Inoltre, è stata condivisa dagli enti locali lombardi anche l’opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità. «Abbiamo deciso di emanare un provvedimento che sia anche simbolico - ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ai microfoni di Rete4 – per cercare di dare un colpo a una delle cause del contagio, che è ripartito, e che sono l’assembramento, la movida, le feste, gli incontri in piazza, tutte cose che non si riescono a controllare perché non riusciamo ad avere un numero sufficiente di polizia e agenti». Già il 16 ottobre il governatore aveva firmato un'ordinanza, valida fino al prossimo 6 novembre, con provvedimenti anti-movida: locali chiusi a mezzanotte, consumo solo ai tavoli dopo le ore 18, sospensione degli sport di contatto dilettantistici a livello regionale e locale, lo stop alle sale giochi, sale scommesse e sale bingo, e didattica mista (in presenza e a distanza) per le scuole superiori. Poi il 18 ottobre è stato emanato un nuovo Dpcm che regola a livello nazionale anche queste attività.

Le sanzioni per chi viola il coprifuoco

Per le sanzioni nei confronti di chi viola il coprifuoco bisogna attendere la nuova ordinanza. Solitamente ricalcano quanto previsto dalla normativa emergenziale. Col Dpcm firmato da Conte il 13 ottobre, quello dell'estensione dell'uso delle mascherine su tutto il territorio nazionale anche all'aperto, è prevista per chi viola le norma una sanzione pecuniaria da 400 a 3.000 euro che viene raddoppiata in caso di recidiva. La sanzione pecuniaria aumenta di un terzo se il mancato rispetto degli obblighi o dei divieti avviene con l’uso di un veicolo. Inoltre, i locali pubblici che non seguono le direttive del decreto (come l'obbligo di tirare giù la serranda alle 24) rischiano la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, oltre alla sanzione pecuniaria.

Le altre città dove vige il coprifuoco

Il coprifuoco è una misura da tempi di guerra. È stato adottato per combattere la diffusione dei contagi a Parigi da sabato sera e resterà in vigore almeno quattro settimane in tutta la regione dell’Île-de-France, dove si trova la capitale, ma anche nelle aree metropolitane di Lille, Rouen, Saint-Etienne, Toulouse, Lione, Grenoble, Aix-Marsiglia e Montpellier. Comincia alle 21 e finisce alle 6 del giorno successivo e prevede la chiusura di tutti i ristoranti, i bar, locali, cinema e teatri, oltre alla limitazione degli spostamenti, per cui è necessaria un’autocertificazione per muoversi. Sono stati mobilitati 12.000 poliziotti intervenuti in più punti per disperdere cortei spontanei di cittadini ed esercenti che manifestavano contro la chiusura delle attività commerciali. A Londra, proprio per evitare il collasso di esercizi e attività economiche, come lo spettacolo, sono state adottate misure più elastiche: i bar e i ristoranti devono chiudere alle 22, si chiede alla popolazione di limitare gli spostamenti e i viaggi, ma non vengono chiuse le attività né le sale spettacolo. Inoltre le persone potranno continuare a incontrarsi in luoghi pubblici rispettando la «regola del 6», massimo sei persone per evitare folle. Il Regno Unito ha scelto un approccio mirato per affrontare l’ondata di casi di Covid-19 con restrizioni localizzate, dove emergono focolai, in modo da evitare – come hanno dichiarato esponenti del governo - un altro blocco nazionale con tutti i danni per l’economia che col passare dei mesi stanno diventando un incubo tanto quanto la pandemia. Anche il premier Conte ha enfatizzato domenica, annunciando il nuovo Dpcm, che un altro lockdown deve essere assolutamente scongiurato per salvaguardare il tessuto economico.