PISA. «Se sono vivo lo devo al fatto che è successo mentre ero nell’impianto del Cus, al Beach Space, e che è stato subito usato un defibrillatore».
Nicola Ferradini, 44 anni di Fucecchio, ha avuto un malore mentre era in campo e stava giocando a beach volley al Cus Pisa. Quella del fucecchiese è un’altra vita salvata da un defibrillatore semiautomatico. «Sono sicuro che se mi fosse successo per la strada o in un altro impianto sportivo le cose sarebbero andate diversamente», aggiunge Ferradini, direttore di un’azienda cerealicola di Bientina, la Del Colle. Lo abbiamo raggiunto, per pochi minuti, al telefono mentre è ancora ricoverato all’ospedale di Cisanello.
L’uomo ha già superato un intervento al cuore, sabato sera, dopo il malore improvviso. «Faccio sempre attività sportiva – racconta – e controlli, gioco spesso al Cus. Mi sono sentito male all’improvviso, non era mai successo. Ho perso i sensi. Sono stato soccorso da alcuni amici, tra loro due dottori e un’infermiera. Non smetterò mai di ringraziarli». La presenza di un defibrillatore sul posto ha fatto la differenza tra salvare una vita e perderla. Lo conferma il dottor Guido Salvetti, responsabile del Beach Space. «Nicola ha un certificato di idoneità sportiva valido fino al febbraio del prossimo anno, è una persona controllata. Ha avuto un malore mentre stava giocando. Sono stato tra gli ultimi ad arrivare. Ma so che è stato rianimato con l’aiuto del Dae». Sembra di rivedere la scena. L’uomo che si sente male davanti agli amici, il silenzio intorno e la grande paura. I soccorritori che si agitano per intraprendere le pratiche rianimatorie seguendo il ritmo scandito dal defibrillatore. Lunghi sospiri e la gioia di vedere che il 44enne lentamente si riprende.
Oggi Ferradini può raccontare quei drammatici momenti. «Accetto di raccontare quello che mi è capitato per ricordare quanto sia importante la presenza diffusa dei defibrillatori semiautomatici». Quella di Nicola Ferradini è una storia particolare. La mattina stessa il 44enne aveva preso parte ad un corso di formazione organizzato dal cardiologo Maurizio Cecchini. «Vorrei installare un Dae nell’azienda dove lavoro a Bientina e così ho pensato di imparare a utilizzarlo». Mai il 44enne avrebbe immaginato che poche ore dopo un defibrillatore lo avrebbe salvato.
