San Benigno incarica un legale per bloccare la costruzione dell’impianto. L'impegno di spesa è di 12.688 euro: «Vogliamo fermare subito il progetto»
SAN BENIGNO. Lo aveva anticipato nell'incontro pubblico del 25 settembre e lo aveva ribadito nel consiglio comunale del 29 settembre. Ora l'amministrazione comunale, tramite una delibera di giunta ha formalizzato di affidare a un avvocato (nello specifico a Gianni Maria Saracco del Foro di Torino, che nel recente passato ha seguito le vicende legali originatesi in seguito all’incendio del sito ex-Ecorecuperi) l’incarico di assistenza stragiudiziale del Comune di San Benigno Canavese nel procedimento amministrativo volto al rilascio di provvedimento autorizzatorio unico per impianto di produzione di biometano da alimentarsi tramite forsu (frazione organica del rifiuto solido urbano».
L'impegno di spesa è di 12.688 euro. L'impianto proposto da Canavese Green Energy dovrebbe sorgere nella zona industriale. Si tratterebbe di una piattaforma di trattamento di rifiuti in via Chivasso, sulla strada provinciale 87, ad una distanza di circa 1,2 km a sud-est del centro abitato, vicino a campi coltivati, insediamenti produttivi ed alcune case isolate.
Per questo gli amministratori hanno tuonato: «Dobbiamo bloccarlo».
Il progetto è stato ufficialmente depositato in Città metropolitana il 2 settembre ed entro il 2 novembre le amministrazioni comunali e chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale e presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. «Per quanto è di nostra competenza la posizione è di rifiuto – aveva spiegato il sindaco Giorgio Culasso nell'incontro pubblico -, sia per quello che riguarda la compatibilità urbanistica sia per la valutazione politica».
Secondo l'amministrazione comunale ci sono due problemi non superabili. Innanzitutto gli amministratori ritengono che si tratti di un impianto industriale insalubre di prima classe perché parte dal trattamento dei rifiuti e il piano regolatore di San Benigno obbliga a insediarsi a 200 metri dalle strade regionali e provinciali e la zona individuata è vicinissima alla strada. In secondo luogo le opere di urbanizzazione previste nel progetto presentato non rispetterebbero lo standard richiesto dalla normativa. Sia nel corso dell'incontro pubblico che durante il Consiglio comunale di fine settembre sono emerse molte criticità del progetto, tra l'altro molto simile a quello presentato nel comune di Caluso da una società con lo stesso amministratore delegato e attualmente a uno stato più avanzato di istruttoria. Entro la fine del mese di ottobre il consiglio comunale di San Benigno si riunirà nuovamente per approvare le osservazioni prodotte in questi giorni. —
silvia alberto.