UDINE. Una lunga notte con il fiato sospeso. I sappadini sono andati a dormire, sabato 17 ottobre, con tanti interrogativi e qualche paura supplementare. Il Comune, poco più di 1.300 anime, una forte vocazione turistica (e culla di grandi sportivi della neve) si trova a fare i conti con 53 residenti positivi al Covid, con 10 focolai, di cui 6 a trasmissione familiare e 4 derivati da trasmissione in luoghi di lavoro.
Considerando l’incidenza settimanale della corsa del virus, è stato rilevato un progressivo incremento: da 0,23 per cento a 0,76 per cento (e l’ultima settimana, quella che ha visto comunque un’impennata in tutta la regione, non viene considerata perché in corso).
Una situazione complicata che potrebbe portare a considerare misure di contenimento più restrittive rispetto a quelle che valgono per tutti gli altri cittadini del Friuli Venezia Giulia. Una vera e propria “zona rossa”? Una vallata blindata come eravamo abituati a vedere in tv la scorsa primavera quando si parlava di Vo Euganeo o di Codogno? No, al momento questa soluzione estrema sembra scongiurata, anche se la task force (Regione, Protezione civile, prefetto di Udine, sindaco di Sappada), dati alla mano, ieri si è confrontata a lungo sul da farsi. Ma ha deciso di aspettare ancora.
Almeno fino al pomeriggio di domenica 20, quando nell’ennesima riunione collegiale, si dovrebbero scoprire le carte. Interventi sulle aperture degli esercizi pubblici e limitazione della mobilità: per il momento si discute su tali ipotesi. Ma le cose, quando si ha a che fare con il Covid-19, mutano in fretta ed è possibile che oggi ci si ritrovi a parlare di ulteriori provvedimenti.
Il vice presidente del Fvg Riccardo Riccardi, al termine del vertice su Sappada, resta guardindo e attendista. «Abbiamo esaminato e analizzato un po’ le cose, i dati relativi al contagio. L’andamento è elevato, invece di ridursi aumenta, una cinquantina sono i positivi, qualcuno è in ospedale, gli altri in quarantena e in isolamento nelle proprie abitazioni.
Non c’è una condizione di gravità allarmante, ma c’è la necessità di spegnere quanto prima il focolaio, o i focolai, visto che ce ne sono una decina differenti. Potremmo pensare di adottare qualche misura come si è fatto in Trentino, vedremo in che dimensione, tale da consentire un’operazione sicurezza di “consolidamento” e di riduzione dell’incidenza.
Domenica pomeriggio ci confronteremo nuovamente e decideremo, non sono scelte che si fanno a cuor leggero. E comunque potrebbero essere superate dai nuovi provvedimenti che sta predisponendo il governo. Teniamo monitorata e aggiornata la situazione, una zona rossa al momento non è all’ordine del giorno. Faremo delle misure restrittive, i problemi sono sempre quelli, l’assembramento delle persone e la mobilità. Si potrebbe pensare alla chiusura anticipata dei bar e dei ristoranti. Con il Comune non ci sono divergenze, facciamo le cose insieme».
Il sindaco di Sappada, Manuel Piller Hofer, ha pubblicato un post sul suo profilo Facebook. «Vi aggiorno sulla situazione Covid a seguito della teleconferenza con la Protezione civile regionale - scrive Piller Hofer - . Sono stati valutati i dati e l’andamento del contagio da settembre a oggi e sono state analizzate diverse soluzioni per contenere la diffusione del virus. Si è quindi deciso di aggiornare la riunione, attendendo i risultati dei tamponi eseguiti di recente e, su altro versante, i possibili provvedimenti del governo». —
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