TRIESTE Un problema di natura elettrica, una perdita dalla guarnizione di una condotta, o ancora, un surriscaldamento partito dal vano motore. Non si può escludere alcuna ipotesi. Al momento resta un mistero la causa dell’incendio che ha completamente distrutto, mercoledì, un autobus della linea 46 tra Sgonico e Gabrovizza.
Trieste Trasporti, che non ha esitato a definire «grave e inaccettabile» quanto accaduto, subito dopo l’incendio ha avviato una corsa contro il tempo per effettuare il prima possibile verifiche tecniche su tutti gli autobus prodotti dalla tedesca Man, uno dei leader mondiali del settore, operativi sulle linee a cominciare da quelli del lotto di 25 esemplari di cui faceva parte il mezzo distrutto dalle fiamme. I test sul lotto in questione sono in fase di completamento e non sono state riscontrate anomalie. Sembrano tutti perfettamente funzionanti.
Le verifiche sugli autobus Man continueranno nei prossimi giorni: sono ben 91, di cui 21 autosnodati (lunghi 18 metri) e 70 di lunghezza compresa tra 10,5 e 12 metri. Un lavoro complesso anche perché i vari lotti possono avere caratteristiche diverse.
A bordo, oltre al conducente, c’erano due passeggeri: tutti erano riusciti ad allontanarsi in tempo. L’unica certezza è che l’incendio ha avuto origine nel vano motore. Il sistema di allarme, appena rilevata la minaccia, ha immediatamente interrotto la marcia e il conducente ha avvisato il centro radio di Trieste Trasporti e i vigili del fuoco. Il sistema antincendio è entrato in funzione: gli spruzzatori hanno nebulizzato una soluzione acquosa all’interno dal vano motore per ridurre l’ossigeno e abbassare la temperatura, ma non è bastato perché nel giro di pochi minuti l’incendio ha preso vigore avvolgendo interamente l’autobus.
Il mezzo era stato acquistato nel novembre 2018 – costo 250 mila euro – ed era in garanzia. Da segnalare la presa di posizione della Man, in una nota su Facebook. «Man esprime sollievo nell’apprendere che tutte le persone coinvolte sono illese – si legge –. È inoltre motivo di soddisfazione apprendere che il sistema a bordo del mezzo è intervenuto tempestivamente consentendo al conducente di accostare e far evacuare i passeggeri. Pur con sincero rammarico per quanto occorso, Man ci tiene a rassicurare gli addetti ai lavori e l’utenza che i veicoli di propria produzione rispondono pienamente a tutte le normative in termini di sicurezza attiva e passiva, sono caratterizzati da elevate affidabilità e qualità, come dimostrano i numeri e l’apprezzamento in tutta Europa, e che non esistono dati statisticamente significativi da far pensare a vizi occulti o a problemi strutturali e di ingegnerizzazione». «Man Truck & Bus Italia – conclude la nota – si è da subito attivata per far luce sull’episodio e ha messo a disposizione di Trieste Trasporti i suoi tecnici e ispettori per ricercarne le cause, esprimendo massima fiducia nella reciproca collaborazione e nella professionalità e qualità della manutenzione in loco».
La prossima settimana sarà costituita da Trieste Trasporti una commissione tecnica che comprenderà anche gli esperti della Man. Accertamenti che avranno un peso anche per quanto riguarda gli aspetti risarcitori. Del tutto prematuro, al momento, parlare di eventuali azioni legali. —