La pandemia sta cambiando la cultura del sesso? La risposta potrebbe essere sì, perché la contingenza ha spinto le persone a rapportarsi con modi e tempi diversi. Il corteggiamento è diventato più slow e di conseguenza più consapevole, a favore della qualità piuttosto che della quantità, mentre gli incontri da una notte e via (in inglese suona meglio: one night stand), si sono trasformati in mini-relazioni di almeno un mese, che coniugano sesso occasionale e intimità temporanea. Del resto, in tempi di coronavirus, chi si porta a casa uno sconosciuto?
Secondo un sondaggio svolto in Gran Bretagna da Match.com, solo il 35% degli intervistati è passato dallo status di “amici di letto” a una relazione a lungo termine. Secondo la dottoressa Helen Fisher, ricercatrice del Kinsey Institute ed esperta di sessualità femminile, quattro settimane rappresentano il tempo massimo per il sesso occasionale: «La scarica di dopamina che si ottiene dall’eccitazione spesso svanisce proprio in quell’arco temporale».
Ma come è cambiato il sesso ai tempi del coronovarus? Prima di tutto nei modi, dicevamo. In questo periodo di contenimento delle relazioni sociali, le app di dating sono sempre più frequentate. Secondo uno studio dell’Università di Stanford, conoscere la dolce metà online è un fatto ormai del tutto normalizzato: quasi il 40% delle coppie si forma dopo essersi conosciuta per via digitale. La social distancing ci ha fino ad ora imposto di imparare a conoscersi lentamente scongiurando quella che viene definita choice overload, ovvero quel sovraccarico da eccesso di opzioni disponibili che disorienta nella scelta e che non spinge a impegnarsi seriamente, proprio come quando si è davanti alla home page di Netflix e si deve scegliere cosa guardare. È il ritorno dell’amore vecchio stile, anche se vissuto attraverso i mezzi moderni. Il giornalista Nichi Hodgson, che ha scritto The Curious History of Dating, afferma che la pandemia potrebbe effettivamente determinare un aumento di connessioni più significative e di romanticismo tradizionale: «Il desiderio di connessione umana si intensifica durante i tempi che ci mettono a dura prova», ha scritto sul Daily Mail.
DAL SESSO IN 24 ORE A QUELLO IN 24 GIORNI
In seconda battuta sono cambiati i tempi. Le persone sentono la necessità di avere relazioni ma devono bilanciare l’impulso sessuale con la diffidenza e le precauzioni che il periodo impone. Se così non fosse, non si spiegherebbe il boom di vendite di sex toys. L’azienda Lelo, per esempio, ha registrato un più 56% durante il lockdown e, a partire dallo scorso giugno, ha firmato una collaborazione con Glovo per il delivery dei suoi best seller del desiderio direttamente a casa.
La paura di essere contagiati ha scoraggiato i one night stand a favore di mini-relazioni sempre basate sul sesso, ma più continuative. «Vedo nelle frequentazioni che durano un mese la normale evoluzione degli incontri da una notte», ha detto Fisher. «Il sesso veramente casuale è improbabile durante una pandemia, è in corso un processo di corteggiamento prolungato e quando si decide di vedersi le cose sono già praticamente fatte».
Le frequentazioni mensili hanno i loro pro: permettono di raggiungere l’apice dell’appagamento sessuale e di chiudere la storia rimanendo abbastanza illesi emotivamente se le cose non dovessero andare nel verso giusto. Del resto, il consiglio è arrivato anche dall’Istituto Sanitario dei Paesi Bassi che ha stilato un vademecum per fare sesso in sicurezza invitando i single a cercarsi un sex buddy, ovvero un unico “amico di letto” di riferimento.