Dobbiamo realmente e concretamente avere a cuore la serietà, il senso di responsabilità, il dovere di osservare le regole della convivenza per il bene comune, fare tutto ciò che è nelle nostre facoltà per scongiurare un altro doloroso e traumatico lockdown. Per il bene di tutti.
L’impennata dei contagi avvenuta nelle ultime settimane ha acuito l’emergenza in sei regioni: Veneto, Lombardia, Piemonte, Lazio, Sicilia e Campania. In Friuli Venezia Giulia il virus continua la sua corsa ma è tenuto sotto controllo; la risalita costante delle persone positive al coronavirus è monitorata (Qui l'ultimo bollettino)
Superficialità talvolta, derisione in altre occasioni, menefreghismo frequente o addirittura negazionismo conducono al preoccupante risultato di veder crescere i contagi giorno dopo giorno. Ancora non siamo alla fase angosciante di emergenza che ci ha fatto conoscere il lockdown e c’è da sperare che non si precipiti per la seconda volta nella chiusura totale, rischiosa per la tenuta sociale, allarmante per la sanità, devastante per la nostra economia.
La difesa dal coronavirus non dipende – l’abbiamo ben compreso – né dalla leadership, né dalla carica politica, né dalla classe sociale e dal reddito. Deriva invece dalla scrupolosa osservanza dei dettami finora consigliati e forse tra non molto nuovamente imposti. Perché di persone senza mascherina, nonostante gli inviti a indossarla, se ne sono viste fin troppe ovunque, non esclusivamente nei luoghi all’aperto, ma anche al chiuso.
Perché di assembramenti ne registriamo in continuazione, animati sempre dalla speranza dei partecipanti che “tanto a me non capita”. Qualche volta nei luoghi affollati sono giunte le forze dell’ordine con le conseguenze che si possono intuire: multe, locali chiusi. La cronaca lo ha registrato in questi giorni, ma è una minima parte rispetto a quel che accade.
È davvero così impossibile attenersi a regole semplici di rispetto nei confronti di se stessi e degli altri?
La scorsa primavera abbiamo saputo indossare un senso civico che ci ha protetto quando tutto sembrava stesse precipitando. L’estate ha fatto sbocciare la grande libertà, adesso è tempo di tornare alla rigorosa osservanza delle direttive che sono – peraltro – un dovere.
Il governo ha allo studio un nuovo decreto che sarà in vigore nelle prossime ore e oltre a imporre le mascherine su tutto il territorio nazionale nei luoghi all’aperto, limiterebbe anche il numero dei partecipanti alle feste, la chiusura selettiva di locali e ristoranti di fronte a scenari avversi e addirittura l’esercito in strada per tutti i controlli e le verifiche del rispetto delle norme. Forse l’esercito è anche troppo, chiamato in causa per controllare i confini e per multare chi non protegge le vie respiratorie.
Ecco, dobbiamo realmente e concretamente avere a cuore la serietà, il senso di responsabilità, il dovere di osservare le regole della convivenza per il bene comune, fare tutto ciò che è nelle nostre facoltà per scongiurare un altro doloroso e traumatico lockdown. Per il bene di tutti.