MANTOVA. Sono più di 79mila i tamponi Covid eseguiti in provincia di Mantova dall’inizio della pandemia su 47.505 mantovani. Il numero dei test è comprensivo dei tamponi disposti per certificare la guarigione, quindi togliendo questo dato gli esami che hanno evidenziato una positività scendono a 68.808.
I mantovani risultati positivi ai primi di ottobre sono in totale 4.110, con una percentuali del 5,9% sui tamponi eseguiti. «La media è significativa in termini statistici – mette le mani avanti il dottor Marco Villa, direttore dell’unità operativa complessa Sistemi Informativi e Controllo direzionale dell’Ats Val Padana – perchè racconta un dato che nel corso dei mesi ha avuto parecchie oscillazioni, avendo riguardato diversi campioni e diverse linee guida impartite da ministero, Oms e Istituto superiore di sanità». E infatti basta guardare l’andamento del numero dei tamponi e dei positivi trovati nel corso del mesi da febbraio a oggi per confermare il ragionamento.
La punta più alta si è registrata tra il primo e il 15 marzo, nei giorni in cui la pandemia aveva raggiunto il picco. La percentuale di positivi sul numero dei tamponi eseguiti (1.335) era stata del 38,6%. «In quei giorni le linee guida dicevano di tamponare prevalentemente i sintomatici. Il tracciamento veniva comunque fatto, ma per i contatti stretti la normativa prevedeva l’isolamento fiduciario per i canonici 14 giorni, durante i quali il soggetto veniva monitorato. Se comparivano sintomi allora veniva sottoposto al test. In assenza, si lasciavano trascorrere i giorni della quarantena e poi poteva tornare alla vita esterna».
A partire da maggio la situazione cambia e le linee guida dettano regole più severe sul tracciamento. E infatti il tampone viene eseguito anche sui contatti stretti prima di farli uscire dall’isolamento. Il picco dei test naso-faringei viene raggiunto tra agosto e settembre con gli screening cosiddetti a tappeto. In questi due mesi viene eseguito quasi il doppio dei tamponi rispetto ai mesi precedenti, con più di 7mila nell’arco di 15 giorni. «È evidente – prosegue il dottor Villa – che in questo periodo siamo andati a cercare il virus in più persone perché, come dicevo prima, oltre ad essere cambiata la normativa a livello nazionale abbiamo dovuto andare alla ricerca dei positivi tra coloro che erano rientrati dalle vacanze in certi luoghi o Paesi stranieri, in ambienti potenzialmente a rischio e nelle scuole appena iniziate». Tra agosto e settembre il numero dei positivi rispetto ai tamponi è stato in media dell’1,5%. Il momento di maggiore tranquillità sotto il profilo della diffusione è stato invece registrato nella prima quindicina di luglio, con un tasso di positivi rispetto ai tamponi dello 0,6%.
Il dato dei 4.110 positivi ai primi giorni di ottobre è difforme da quello che giornalmente viene fornito dalla prefettura di Mantova, leggermente più alto. «La spiegazione è semplice – precisa Villa – noi registriamo i positivi domiciliati, mentre la prefettura i positivi residenti. Ne consegue che comprende anche coloro che hanno fatto il tampone fuori Mantova o fuori regione, perché lavorano altrove, e poi vengono conteggiati tra i residenti». E guardando avanti, come appare la situazione? «Da matematico e statistico – conclude il dirigente dell’Ats – la vedo meglio rispetto ai mesi scorsi, un po’ peggio rispetto a qualche settimana fa, ma se sarà rispettato questo andamento non credo che torneremo ai numeri della scorsa primavera».