Il risultato è arrivato grazie al lavoro meticoloso degli agenti del commissariato di polizia di Ivrea e Banchette. Uno è già stato sentito in procura, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere
PAVONE. Secondo gli agenti del commissariato di Ivrea e Banchette si tratta proprio di loro: i due presunti complici di Ion Stavila, che il 7 giugno 2019 cercò di derubare l'ormai tristemente celebre Winner point di Pavone Canavese, la prima attività che si incontra arrivando da Ivrea. E finì ucciso sotto i colpi della sua 357 magnum, sparati dall'alto stando alla ricostruzione della perizia balistica affidata al dottor Stefano Conti dalla Procura, che la difesa, con gli avvocati Mauro Ronco e Sara Rore Lazzaro, ha contestato con quella del professor Felice Nunziata di Napoli.
Sull'identità dei due, tuttavia, c'è il massimo riserbo. Sono entrambi moldavi come Stavila e avrebbero fatto parte della banda che in quei giorni mise a segno una serie di furti, per cui entrambi sono stati denunciati. Nei giorni passati, in gran segreto, il procuratore capo Giuseppe Ferrando, ha già sentito uno dei due che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Probabilmente verrà sentito di nuovo nei prossimi giorni. Le loro testimonianze potrebbero rivelarsi fondamentali per dirimere le questioni chiave dei fatti di quei giorni, per cui fino a questo momento si è andati avanti a colpi di perizie. Per capire se, ad esempio, Iachi Bonvin sparò dal balcone a Stavila o da terra in preda al panico.
L'identificazione è frutto del duro lavoro degli agenti del commissariato di Ivrea e Banchette, che hanno confrontato i tabulati di Stavila e degli altri membri della banda e hanno controllato tutte le telecamere della zona. Un lavoro certosino, meticoloso, che è passato anche per l'individuazione del furgone che i ladri avrebbero utilizzato per portare via il distributore che volevano sottrarre al negozio di Iachi Bonvin. Prima che Stavila, ci rimettesse la vita.