Il fratello di Roberto Checcucci chiede agli investigatori se ci sono sviluppi, ma il segreto delle indagini viene prima del conforto familiare
FUCECCHIO. «Ho visto Roberto domenica mattina quando è uscito per camminare. È stata l’ultima volta. Da quando, la sera, ho saputo che l’avevano ammazzato non sono riuscito a vedere il corpo». Gilberto Checcucci interrompe in lacrime la conversazione con il cronista.
Nella casa di via Battisti con lui c’è mamma Santa, la novantunenne, vedova da anni, a cui una mano assassina ha strappato un figlio. Il fratello della vittima è non sa spiegare con un minimo di ragione come sia stato possibile che qualcuno volesse la morte di Roberto.
Uno spirito solitario quello del 53enne nato a Firenze e dal 2010 con la famiglia residente in via Battisti.
I Checcucci hanno degli appartamenti in affitto e nel tempo con alcuni inquilini sono nati screzi al punto da dover ricorrere a legali e denunce. Lunedì mattina, il giorno dopo l’omicidio del fratello, Gilberto si è presentato dal sindaco per un appuntamento il cui oggetto era il rapporto di locazione turbolento con una famiglia di senegalesi.
Una famiglia appartata, come lo era Roberto, che la tragedia ha chiuso ancora di più in un dolore alimentato dal desiderio di conoscere. Sapere chi è stato e, soprattutto, perché è un rovello che si aggiunge allo strazio per la perdita di un figlio e di un fratello in un modo così violento e inaspettato.
Gilberto chiede agli investigatori se ci sono sviluppi, ma il segreto delle indagini viene prima del conforto familiare. Sono momenti delicati e sbagliare mossa significherebbe mandare a monte l’inchiesta. Oggi pomeriggio la salma potrebbe essere riconsegnata ai familiari per poter celebrare il funerale entro domenica. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA