UDINE. Domenica 20 settembre alle 7 aprono i seggi elettorali. In Friuli Venezia Giulia oltre 946 mila aventi diritto al voto sono chiamati alle urne per esprimersi a favore o contro il taglio dei parlamentari. Il referendum costituzionale è stato indetto per dare la possibilità ai cittadini di dire la loro sulla modifica della Carta che prevede 400 deputati e 200 senatori, rispettivamente 230 e 115 in meno rispetto all’attuale composizione. Ieri si sono insediati i presidenti che quest’anno dovranno far rispettare anche le misure anti Covid. Gli elettori devono presentarsi ai seggi muniti di mascherina, osservare le distanze di sicurezza e igienizzarsi spesso le mani. I positivi al Sars-Cov2 possono votare a casa.
Oggi sono in molti a scommettere sull’affluenza alle urne anche se non è previsto il quorum, passerà il quesito che avrà ricevuto più voti. Non è escluso però che il rispetto delle misure anti Covid scoraggi più di qualcuno. Complessivamente si contano 946.806 elettori così suddivisi: 418.727 in provincia di Udine, 236.218 nel Pordenonese, 107.685 nel Goriziano e 184.176 in provincia di Trieste. Le schede saranno scrutinate lunedì pomeriggio, alla chiusura dei seggi. In serata, quindi, si saprà se il numero dei parlamentari resterà invariato o se, al contrario, scenderà a 600. In quel caso i deputati eletti in Friuli Venezia Giulia passeranno da 13 a 8 e i senatori da sette a quattro.
La pandemia sta complicando anche lo svolgimento delle elezioni amministrative e del referendum costituzionale che avrebbero dovuto tenersi la scorsa primavera. Gli elettori devono presentarsi ai seggi non solo con il documento di identità e il certificato elettorale, ma anche con la mascherina che all’ingresso devono abbassare per consentire l’identificazione a due metri di distanza. Gli accessi avvengono attraverso percorsi separati in ingresso e in uscita lungo i quali non incontreranno nessuno con il termometro in mano e tanto meno i termo scanner. Gli elettori devono misurare la febbre a casa e se la colonnina di mercurio segna 37,5 gradi di temperatura devono rimanere a domicilio.
Seggi negati anche a chi si trova in isolamento o in quarantena e a chi ha avuto contatti con una persona positiva nei 14 giorni precedenti. A ogni ingresso, l’elettore trova il gel per igienizzarsi le mani. Un’operazione, questa, che ripeterà prima di ritirare la scheda e la matita. Dopo essersi recato in cabina, aver votato e ripiegato la scheda o le schede, l’elettore deve inserirle personalmente nell’urna. L’igienizzazione delle mani viene consegnata anche alla conclusione dell’operazione di voto. Inutile dire che gli accessi ai seggi saranno contingentati, da qui l’auspicio che gli elettori non si riversino tutti nelle stesse ore perché, in quel caso, potrebbero trovarsi in coda.
Chi si trova in quarantena e i positivi al Sars-Cov2 possono votare a domicilio purché abbiano trasmesso la richiesta al sindaco tra il 10 e 15 settembre, accompagnata da un certificato medico. L’inoltro doveva avvenire anche per via telematica. In quel caso, tra oggi e domani, i pazienti Covid riceveranno la visita di un addetto con camice, mascherina visiera e guanti. Gli scrutatori impegnati nei seggi speciali per consentire il voto nei reparti Covid, riceveranno un compenso maggiorato del 50 per cento.
L’esito del referendum costituzionale determinerà l’approvazione o la bocciatura della legge a prescindere dal numero delle persone che in questo fine settimana si recherà ai seggi. Tre gli articoli della Costituzione interessati dall’esito del voto: il primo prevede la riduzione del numero dei deputati, il secondo il taglio dei senatori e il terzo porta a cinque il numero massimo dei senatori a vita. I pronostici danno in vantaggio lo schieramento del sì anche se, nelle ultime ore, il fronte del no sta registrando più di qualche adesione eccellente. Non ultime quelle dei rappresentanti delle categorie economiche che, seguendo il flusso avviato dal governatore del Fvg Massimiliano Fedriga, hanno deciso di schierarsi al fianco di chi vuole difendere la Costituzione, piuttosto di favorire chi si appresta ad analizzare la riforma della legge elettorale su cui, per alcuni punti, la discussione è già in corso. —
