MANTOVA. «In pieno periodo Covid siamo riusciti a tenere il coronavirus fuori dalla porta delle nostre due Rsa. Un po’ di fortuna e un po’ di bravura, ma credo che aver avuto un presidente medico, un direttore sanitario, un direttore generale e tutto il personale sempre sul pezzo ci abbia permesso di raggiungere questo importante risultato. Siamo una delle poche Rsa di grandi dimensioni in Italia a non aver avuto un caso di coronavirus tra i nostri 200 ospiti».
Per un giorno il presidente dell’Aspef Vinicio Fiorani lascia da parte l’umiltà, che di solito lo contraddistingue, e dà spazio all’orgoglio: «Non è stato facile – riprende – ma le azioni adottate da subito hanno fatto la differenza e nonostante all’inizio, come del resto tante altre strutture per anziani, siamo stati abbandonati dalla Regione. Le prime cento mascherine sono arrivate a fine marzo ma per fortuna noi, a nostre spese, avevamo già acquistato molti presidi di protezione. E alla fine abbiamo speso quasi 100mila euro per la sicurezza dei nostri ospiti e dei nostri dipendenti».
L’occasione per fare il punto Covid arriva nei giorni in cui scade il mandato del presidente, incarico fiduciario assegnato dal sindaco. «Spero tanto in una riconferma – continua Fiorani, ex Poma e oggi primario cardiochirurgo a Reggio Emilia – e quindi di poter proseguire per altri cinque anni alla presidenza dell’Aspef affiancato da due persone preziose come il direttore sanitario Marco Arvati e il direttore generale Eugenia Ascari. Abbiamo ancora tanti progetti da completare».
Come ha fatto l’Aspef a tenere lontano il Covid nelle sue due Rsa? «Il 25 febbraio abbiamo chiuso tutto – spiega il presidente uscente – e si badi bene che il primo caso in Italia fu a Codogno tre giorni prima. Rispetto alle altre Rsa, e questo è un dato da non sottovalutare, abbiamo proseguito con gli ingressi di nuovi ospiti grazie ai sedici letti filtro che abbiamo attivato. L’anziano rimaneva il tempo necessario per le indagini e poi entrava tranquillamente in Rsa. Oggi siamo in un periodo di osservazione del Covid per capire come evolverà la situazione in futuro, ma abbiamo già iniziato a tamponare tutti i rientri dalle ferie e tutti i nostri ospiti. A fine marzo avevamo avuto tre casi di positività in tre dipendenti che però avevano contratto il virus all’esterno della struttura e sono rimasti a casa dal lavoro».
Aspef fa inoltre sapere di avere scorte di presidi di protezione per i prossimi sei mesi e per quanto riguarda la visite parenti la procedura è di trenta minuti ogni cinque giorni nella terrazza-giardino dove sono state allestiti tavolini per i colloqui con il vetro di protezione in plexiglass.
Nei cinque anni della gestione Fiorani, tra i tanti altri interventi, Aspef ha ristrutturato il dormitorio e gli ambienti comuni delle Rsa (bar, sala cinema e animazione, terrazza fiorita e accesso al parco). In progetto, già finanziati, arriveranno il nuovo ascensore, la ristrutturazione dei piani dell’Isabella d’Este e il miglioramento del parco. Infine le due grandi sfide: la comunità per disabili all’interno di Mantova Hub e la comunità per minori da venti posti a Borgochiesanuova, costo due milioni di euro.