A lanciare l’idea un lavoratore del marmo sul gruppo facebook “Salviamo le cave di Carrara e i cavatori”: "Sono stufo che ci accusino di compiere una devastazione, in ballo c'è il lavoro"
CARRARA. Una contro-manifestazione a difesa delle cave, del lavoro e dei cavatori. A lanciare l’idea sul gruppo facebook “Salviamo le cave di Carrara e i cavatori” è Pietro Giorgi uno che nel mondo del marmo ci lavora da anni. La sua contro-manifestazione è messa in calendario per giovedì 14 ottobre, lo stesso giorno in cui il gruppo Athamanta ha lanciato la manifestazione per salvare le Apuane.
Il suo post parte proprio da qui. «Sono passato adesso sul viale XX settembre e ho visto lo striscione: fermiamo la devastazione. Sai cosa c’è? Che adesso avete passato il limite. Carrara è il marmo e il marmo è Carrara. Dovete mettervelo in testa. È un’eccellenza millenaria, conosciuta in tutta il mondo, il nostro lavoro è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, i cavatori sono il simbolo di Carrara. E il marmo il nostro orgoglio - scrive Pietro Giorgi - . Il nostro distretto lapideo da lavoro direttamente e indirettamente a migliaia di persone: cave, trasporti, segherie, laboratori, aziende di macchine e utensili per il marmo, spedizionieri, meccanici, ma arriva a toccare anche assicurazioni, banche, bar, ristoranti e ogni altra attività della zona. Tutto ciò che c’è a Carrara ha a che fare con il marmo. Noi siamo il marmo. E la chiamate devastazione? E la volete fermare? Ma cosa volete fermare poi? Forse volete solo affamare migliaia di persone in una congiuntura economica già resa difficile dal Covid, oppure ridurre in cenere una città già provata dall’incompetenza di chi ci governa, per le vostre miopi ideologie senza senso».
«Anni fa - continua - questo non sarebbe successo, anni fa questo non ve lo avremo permesso. Il 24 ottobre volete fare la vostra manifestazione in pompa magna per chiudere le cave, bene. Ma io qui e ora propongo una contromanifestazione proprio il 24 ottobre a difesa del nostro lavoro, del nostro orgoglio, delle nostre cave, del nostro marmo e della nostra identità. Tutti in piazza 2 giugno. Industriali, cavatori, trasportatori, operai del piano di tutti i comporti legati al marmo e ogni cittadino che vuole semplicemente difendere l’identità di Carrara. Passate parola, condividete, insieme siamo più forti. Questo gruppo ha lo scopo di contrastare i movimenti anti-cave politici e non che stanno causando la morte di un settore storico, orgoglio del Made in Italy e della città di Carrara».
«Gran parte del nostro settore assiste impassibile a questa ingiusta disfatta, ci dobbiamo svegliare - conclude - Potremmo avere una grande forza tutti insieme, basterebbe poco per far capire a questi signori (e parlo del comune e della regione) quanto siamo importanti per Carrara e non solo. Se ci fermiamo noi, si ferma la città. Carrara sono le cave e le cave sono Carrara, non esiste la nostra città senza le cave e viceversa. Adesso è arrivato il momento di scendere in campo, come avrebbero fatto i vecchi cavatori, che non si sarebbero fatti rubare il futuro da sotto il naso, il futuro nostro e della nostra città».