“Ricordate il profilo che scrisse frasi ignobili contro il povero Willy e che la sinistra tentò in tutti i modi di associare a Fratelli d’Italia? La Polizia Postale ha appurato che si trattava di un fake ed ha rintracciato il vigliacco che si nascondeva dietro il profilo falso, creato con l’unico fine di attaccare la destra. E ora chi ha dato vita a questa vergognosa polemica abbia la dignità almeno di chiedere scusa alla famiglia di Willy. Con la speranza che l’autore del post paghi le conseguenze per le sue schifose parole”. Sono durissime le parole di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, all’indomani dell’individuazione dell’uomo, un giovane toscano esperto di fake news che aveva provato a restare anonimo ma che alla fine la polizia è riuscita a denunciare. La destra, i presunti razzisti, odiatori, neofascisti e altro, come avevano ipotizzato le solite anime pure della sinistra, non c’entrano nulla con il massacro di Willy Duarte Monteiro consumato a Collefero dai balordi guidati dai fratelli Bianchi.
La persona in questione, tale Manlio Germano, nome di fantasia ispirato probabilmente a un personaggio interpretato da Claudio Amendola nel film Caterina va in città, è solo un cosiddetto “troll”, una delle tante mine vaganti che sotto anonimato, sul web, provano ad aizzare e provocare reazione nella gente perbene, non si sa se per convinzione personale o barbato spirito di provocazione.
In realtà si tratta di uno studente 23enne dovrà rispondere di istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale e rischia 8 anni di carcere. Che però nega tutto. “Denuncerò alcune persone che hanno divulgato le mie foto, le mie informazioni, il mio indirizzo su Facebook (per fortuna non abito più da 4 anni lì). Quello che ha scritto il post non ero io ma dei miei amici che avevano in mano il mio telefono, io mai oserei pensare certe cose, non è giusto che mi prenda certe responsabilità per due str**i…”.
Dall’indagine della Polizia Postale è emerso che fosse una sorta di “professionista” dei fake, ma tutte le misure precauzionali adottate non lo hanno comunque salvato dall’essere identificato. Come spiega il sito bufale.net, individuarlo è stato possibile grazie al lavoro congiunto della Polizia Postale di Roma, Latina e Firenze. In un primo momento le forze dell’ordine avevano individuato il suo indirizzo IP a Treviso, ma il ragazzo non si trovava in casa. Indagini più meticolose hanno permesso di rintracciarlo all’interno di un albergo di Firenze.
“All’esito di un’attenta e meticolosa indagine, espletata attraverso le più moderne tecniche di analisi informatica e di ricostruzione del traffico telematico, resa ulteriormente complessa dalle connessioni sui provider esteri, la Polizia Postale di Roma e Latina con la collaborazione dei colleghi specialisti di Firenze e Venezia, è riuscita comunque a risalire all’autore dello spregevole post, a rintracciarlo presso un albergo del capoluogo Toscano ed a deferirlo alla Procura della Repubblica di Latina che ha coordinato le complesse indagini informatiche”, è la nota ufficiale della polizia.
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