Ripristinate le riunioni quotidiane della task force regionale e riavviata la “caccia” a strutture per persone in quarantena. Ieri 39 nuovi casi di cui dieci a Gorizia
TRIESTE Un altro giorno di ripresa del contagio dopo la frenata di inizio settimana. Ieri in Friuli Venezia Giulia si sono registrati 39 nuovi casi di coronavirus, meno dei 63 del giorno precedente, il picco dal 16 aprile, ma con un’incidenza vicina al 4% rispetto alle persone sottoposte per la prima volta al tampone (980), un dato ancora superiore alla media nazionale, del 3,18% sulle 24 ore.
Un quadro non allarmante, ma che va tenuto sotto controllo. Anche perché, come è emerso dalla lunga riunione di giovedì sera nella sede della Protezione civile regionale a Palmanova, presente pure il governatore Massimiliano Fedriga, con i dirigenti della sanità Fvg, l’età media dei casi diagnosticati è in aumento e ha superato i 40 anni.
Non siamo naturalmente tornati alla fase 1, quella dei dolorosi decessi e delle terapie intensive occupate fino a una sessantina di posti in regione, ma il vicepresidente Riccardo Riccardi comunica la decisione di rimettere in piedi lo stesso tipo di organizzazione. La task force coordinata da Fabio Barbone, epidemiologo e direttore scientifico del Burlo, si tornerà innanzitutto a riunire ogni giorno, riprendendo l’operatività di marzo e aprile. Dopo di che la Regione è anche intenzionata a individuare al più presto alcune strutture di isolamento, quelle che non sono servite durante l’estate.
Si tratta in sostanza di ritornare alla strategia delle aree di quarantena, quelle individuate al Lazzaretto di Muggia, nella base logistica di San Bartolomeo, trasformata dagli anni Novanta in un luogo di vacanza per ex dipendenti dell’esercito e familiari, a Pasian di Prato e a Tricesimo, per un totale di un centinaio di stanze. Si tratterà di valutare se riattivare quelle tre sedi o trovare soluzioni alternative, ma, rimarca Riccardi, «l’esigenza è di affrontare il tema chiave dell’isolamento».
Il +39 di ieri (su 3.152 tamponi, 929 in meno di giovedì) porta il totale dei casi da inizio emergenza, lo scorso 29 febbraio, a 4.312, di cui 1.568 a Trieste (+8), 1.399 a Udine (+7), 961 a Pordenone (+14) e 371 a Gorizia (+10), cui aggiungono 13 residenti fuori regione. A Trieste vengono segnalati in particolare altri tre contagi tra i richiedenti asilo, mentre a Pordenone il coronavirus entra sia nelle case di riposo sia a scuola. Con tampone positivo, infatti, si sono ritrovati cinque ospiti di “Casa Serena”, residenza protetta del capoluogo, con conseguente test esteso a decine di altri anziani e al personale. La Regione informa inoltre di due casi nella scuola media “Centro Storico” sempre a Pordenone, con altri sette ragazzi in isolamento. «I numeri sono importanti – osserva ancora Riccardi –, e vanno attentamente monitorati. Ma, rispetto alla prima fase della pandemia, ci sono due fattori diversi. Il rapporto tra sintomatici e asintomatici, con i secondi che prevalgono, e il conseguente calo della domanda sanitaria».
Anche ieri non è in effetti mutato il carico di lavoro sul Ssr: i ricoverati (4 in terapia intensiva, 22 nei reparti delle malattie infettive) restano 26, l’8,8% dei 297 del picco del 29 marzo. Stando al bollettino di giornata, che non registra vittime (349, di cui 197 a Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 7 a Gorizia), gli attualmente positivi al coronavirus in Fvg sono 677 (+15), i totalmente guariti ammontano a 3.286 (+24), i clinicamente guariti a 5 (-1) e le persone in isolamento 646 (+16).
La giunta regionale approva intanto il protocollo per l'utilizzo promiscuo delle palestre appartenenti in orario extrascolastico all'Ente di decentramento regionale, le ex Province. Il documento disciplina le misure organizzative per prevenire la diffusione del virus tra i praticanti degli sport di squadra che usufruiscono delle strutture scolastiche gestite dalla Regione. Si tratterà tra l’altro di tenere un elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, di costruire orari di ingresso e uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni e di informare adeguatamente sulle modalità operative in caso di sintomi di atleti, famiglie o accompagnatori.
Un secondo protocollo la Regione lo sta ipotizzando con Confindustria Fvg. Ieri il via libera sempre della giunta su una bozza di accordo per individuare una grande azienda che per caratteristiche e numerosità della popolazione lavorativa possa rinvenire situazioni di maggior rischio di contagio e avviare al suo interno una sperimentazione di prevenzione della durata di due mesi, svolta sulla base di una procedura di contenimento dell'infezione predisposta dall'Azienda sanitaria Giuliano Isontino con il coinvolgimento dei medici competenti delle imprese e i datori di lavoro che garantiranno maggiore informazione e controllo dei dipendenti sui sintomi da Covid-19. —