LUCCA. Al telefono la sua voce è squillante, sembra quella di una ragazza: invece Sabrina è una donna sì ancora giovane, ma di 54 anni. Brillante ed entusiasta, felice della vita, riconoscente a chi l’ha aiutata a proseguire nel viaggio incomparabile che è.
Ieri Sabrina - il suo cognome è Bellandi, vive a Marginone (Lucca), è madre di un figlio di 31 anni, Gianluca, e lavora come commessa alla Pam di Porcari - ha festeggiato il suo nuovo compleanno, il primo da quando la sua vita, dopo avere seriamente rischiato di interrompersi, è invece rinata, grazie a medici competenti e bravissimi e grazie al grande affetto dei suoi familiari.
«Sono una miracolata - afferma sicura Sabrina -. Ebbi quell’incidente, di mattina alle 9,30, sulla via Romana a Porcari, mentre andavo a donare il sangue. Sarà un fatto psicologico ma di quel momento, dello scontro con l’auto mentre viaggiavo in sella alla mia moto Yamaha, non ricordo niente, soltanto che quella mattina ero uscita di casa».
In occasione del suo primo “nuovo compleanno”, Sabrina ha voluto addirittura scrivere una ricostruzione. Di suo pugno, per metterla su carta e ringraziare tutti coloro che l’hanno aiutata a guarire dalle ferite riportate e a riprendere in mano la sua esistenza.
«Il 18 settembre 2019 - comincia così la memoria - non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata in maniera considerevole. Un evento improvviso sconvolse la mia quotidianità e mi trovai in un mondo che conoscevo ben poco e che mi ha condotta fino ad oggi».
«Ma veniamo ai fatti - scrive Sabrina -: il 18 settembre del 2019 ho avuto un grave incidente con la mia moto e sembrava che le mie condizioni fossero talmente gravi da lasciare ben poche speranze. Mi hanno “caricata” sul Pegaso e sono “finita” a Cisanello. Avevo gli arti fratturati oltre al viso e alle vertebre. Sembrava una fine scritta; invece, validi chirurghi e ortopedici mi hanno più volte operata facendo sì che ogni arto potesse rinsaldarsi. Ho pensato a quanto lavoro ogni giorno viene fatto da queste competenti persone ed è un lavoro che rimane forse un po' nascosto, ma è così importante per chi come me si trova in gravi condizioni».
«Ho passato lunghi mesi in rianimazione - prosegue il racconto -, curata e assistita sia dai medici che dal personale infermieristico: questo prima a Cisanello poi a Lucca. Ho passato successivamente diversi giorni nel reparto riabilitazione, anche in questo caso assistita e seguita da varie figure all'interno del reparto».
Sabrina non lo nasconde: «Ci sono stati momenti difficili, momenti nei quali, sdraiata sul letto, pensavo che non sarei mai più stata in grado di tornare a camminare ed essere indipendente come prima. Così, però, non è stato. Sono qui a scrivere, forse non in condizioni perfette, ma ugualmente in piedi, in grado di guidare e di fare tutte quelle cose che facevo prima».
«Vi assicuro che, dopo mesi, durante i quali sono dovuta rimanere seminuda nel mio letto, inerme e bisognosa di tutti e di tutto, è una conquista che sento straordinaria. Non bisogna mai dare per scontata la salute e l'autonomia, bisognerebbe apprezzare quello che si ha ed esserne ogni giorno grati - è la sua riflessione -. È per questo e con questa consapevolezza che ringrazio pubblicamente tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, i fiosioterapisti dell'ospedale di Cisanello, di Lucca e di Barga, con tutta la mia stima e il sincero affetto. E infine, per ultimi ma non ultimi, gli amici e e la mia famiglia, che mi sono stati sempre accanto dandomi quella forza che, in certi momenti, altrimenti non avrei avuto».
Sono parole bellissime, ma più bello ancora è sapere che dopo dieci mesi di calvarie, Sabrina è potuta tornare in pista, tornare alla sua vita e gioire di essere viva. Oggi racconta di essere anche rientrata al suo posto di lavoro alla Pam di Porcari. E da quest’anno, il 18 settembre di tutti gli anni a venire festeggerà il suo secondo compleanno: quello della rinascita.