Tutti le conosciamo perché rafforzano i capelli durante la caduta stagionale. Ma dopo la 77esima edizione del Festival del Cinema di Venezia lo saranno anche per un altro motivo: le fiale anticaduta possono essere un “booster” ricostituente per capelli da red carpet. Il nuovo beauty tips arriva dall’influencer Giulia De Lellis che, via Instagram, ha mostrato i segreti della sua hair routine prima di avvolgere la lunga capigliatura in quel super chignon così tanto chiacchierato sui social.
Una dritta, dunque, che si può mettere subito in pratica quando si ha un appuntamento importante e i capelli sono poco tonici. Tornando, invece, al ruolo della fiala come rimedio anti-caduta saperla utilizzare in modo corretto è fondamentale. Ne abbiamo parlato con Anna Trink, dermatologa, specialista in tricologia, consulente scientifico HMAP Milano e Sabrina Palumbo, Art Director di Papalu Hair&Beauty spa a Milano.
Perché la fiala è il vero trattamento anticaduta dei capelli?
Trink: «Perché rimane a lungo tempo a contatto con il cuoio capelluto. Che permette agli attivi di penetrare a livello del follicolo, che è il motore del capello. Lo shampoo può essere un coadiuvante nei trattamenti anticaduta perché contribuisce a correggere eventuali alterazioni del cuoio capelluto associate alla caduta. La cosa più importante è lavare i capelli spesso, cioè non meno di 2/3 volte alla settimana. Il balsamo “classico” non ha generalmente effetto anticaduta perché va applicato solo sulle lunghezze».
Quando la fiala è inutile?
Palumbo: « Se abbiamo una forte carenza di ferro o un’anemia importante la fiala in questo caso non servirà a nulla, come nel caso di una cute molto infiammata, con uno strato corneo inspessito che soffoca e non fa ossigenare il bulbo. Nel caso di una carenza di ferro si dovrà in primis risolvere il problema; nel secondo caso, prima di iniziare la cura con le fiale, bisognerà detossinare e disinfiammare la cute».
Per essere efficaci cosa devono contenere le fiale?
Trink: «I trattamenti anticaduta contengono in genere aminoacidi, vitamine, minerali e sostanze stimolanti, che possono essere derivati vegetali o sintetici (i fattori di crescita, per esempio) che aumentano l’attività delle cellule del follicolo, in modo che entri e resti più a lungo possibile nella fase “anagen”, ovvero che cresca di più e cada meno. Generalmente i trattamenti anticaduta durano 2 o 3 mesi. Può essere pericoloso abusarne o anche utilizzarli senza consultare prima il medico o il farmacista».
Cambia la formulazione della fiala in base al tipo di caduta?
Trink: «Sì, moltissimo. Soprattutto per il tipo di caduta: per quella stagionale normalmente prevalgono minerali e aminoacidi, lo zinco e la taurina soprattutto per l’alopecia androgenetica (la calvizie) si usano di più principi attivi vegetali che possano aumentare lo spessore del capello, che è il problema più importante in questo caso. Esistono anche trattamenti anticaduta diversi in base al sesso, più ferro e vitamina D per le donne, più aminoacidi per gli uomini».
Come applicare la fiala per farla agire al massimo?
Palumbo: «Per aiutare le fiale ad agire e penetrare meglio, consiglio sempre un massaggio manuale alla cute per attivare la microcircolazione e preparare la stessa alla ricezione della fiala. In salone i servizi fondamentali per chi ha problemi di caduta sono la detossinazione, che permette un migliore assorbimento della fiala e una migliore ossigenazione, un massaggio mirato per migliorare la microcircolazione, trattamenti a base di ozono».