Il Pigneto Film Festival non è una manifestazione canonica, ma il tentativo di raccontare Roma, il particolare del suo quartiere più dinamico, attraverso l’arte. L’evento, la cui terza edizione si terrà tra il 20 e il 26 settembre prossimi, è fondato su una richiesta semplice: realizzare un corto avvalendosi, esclusivamente, delle «materie prime» che si possono trovare all’interno del Pigneto, triangolo situato appena fuori da Porta Maggiore, tra via Prenestina, via Casilina e via dell’Acqua Bullicante. Cinque filmaker di fama internazionale sono coinvolti nella sfida, ciascuno impegnato a realizzare un corto proprio, la cui lavorazione non è, però, il solo centro di gravità del festival.
Il Pigneto Film Festival, che quest’anno avrà come presidentessa di giuria Francesca Comencini e per padrino Gianmarco Tognazzi, si estende sull’arco di una settimana, cadenzando la lavorazione estemporanea dei corti con appuntamenti, dibattiti, con anteprime internazionali e collaborazioni di pregio. Tra tutte, spicca quella con Mujeres nel Cinema, realtà nata con l’intento di supportare il cinema femminile in tutte le sue declinazioni. Il collettivo proietterà cinque cortometraggi delle proprie associate, mentre Jonas Schereijag e Nadia Kaolouli presenteranno in anteprima il loro Seawatch 3.
Accanto alle anteprime, ai corti d’autore come il Frontiera che nel 2019 si è aggiudicato il David di Donatello, ci sarà poi una sezione dedicata agli Incontri d’Autore. Protagonista, anche Ema Stockholma, che presenterà il libro Per il mio bene. Un nuovo premio, intitolato a Legambiente, impreziosirà la competizione, mentre il vincitore della competizione vedrà il proprio corto trasmesso alla Festa del Cinema di Roma.