Luca Tosi, direttore dell’agenzia regionale, assicura la copertura totale. Lezioni a distanza e scaglionamento alleggeriranno il carico sui mezzi
PAVIA. La priorità è la scuola. Luca Tosi, direttore dell'agenzia regionale del trasporto pubblico, è chiarissimo su questo punto: nessuno rimarrà a piedi, nonostante l'emergenza Covid. In queste ore, insieme ai dirigenti scolastici, Provincia e Autoguidovie, si sta lavorando per mettere a punto il piano per scongiurare qualunque rischio. La parola d'ordine è “tutti a bordo”.
Mancano dieci giorni alla ripresa delle lezioni: a che punto è l'organizzazione di corse e orari dopo l'introduzione delle nuove regole relative all'indice di riempimento dei mezzi, stabilito all'80% del totale?
«Stiamo lavorando insieme a Provincia, dirigenti scolastici e Autoguidovie per trovare la quadratura del cerchio in una situazione che, ricordiamolo, non ha eguali per eccezionalità. Ma siamo a buon punto».
C'è il rischio che una parte degli studenti, soprattutto delle superiori con lo spazio ridotto su bus e corriere, rimanga per strada?
«Facciamo un po' di chiarezza sui numeri, prima. I ragazzi che frequentano gli istituti in provincia sono poco meno di 18 mila. Di questi, gli iscritti a Pavia sono 9.600, a Voghera 3.600, a Vigevano 3.000, a Mortara 1.500. Inoltre non tutti ovviamente utilizzano i mezzi pubblici per spostarsi. La nostra stima è che usino le corriere all'incirca la metà degli studenti, vale a dire 9 mila ragazzi. Fra loro, il 60%, cioè poco più di 5.000, prendono i bus extraurbani, il rimanente, il 40%, l'urbano. Noi stiamo ragionando su queste cifre».
Qual è l'ostacolo maggiore per la taratura del servizio di trasporto, alla luce delle nuove indicazioni?
«Di sicuro la suddivisione dell'attività scolastica, a seconda degli istituti, in attività in presenza o a distanza. Ci sono poi ingressi ed uscite diversificate a seconda delle scuole. Ma direi che qui la situazione ora è già delineata: parliamo infatti dell'80% di lezioni in aula e di un restante 20% da casa. In cifre, 15 mila studenti andranno a scuola come gli altri, anni, tremila invece seguiranno da remoto. Le scuole, poi, ci hanno già comunicato gli orari. Chi, cioè li ha variati modulando le entrate su due turni, chi invece applicherà l'orario classico. Stiamo lavorando su questi dati. Ma scaglionamento e didattica a distanza favoriscono l’alleggerimento dell’affollamento atteso nell’ora di punta classico».
Di quanti ragazzi trasportati parliamo, quindi?
«La cifra si avvicina ai 7500 ogni giorno. In tutta la provincia sono 2600 le corse effettuate quotidianamente, di cui la metà, solo a Pavia città. Ma qui non prevediamo grandi problemi, anche per l'urbano. Il servizio storico verrà garantito in ogni caso. E prevediamo anche una riduzione dell'utenza tradizionale, se si tiene conto che ci saranno meno studenti universitari e molti lavoratori che sono ancora in smart working. Il riempimento dei mezzi è in linea con le norme sulla sicurezza. Ma, ovviamente, se ci fossero variazioni siamo pronti ad intervenire».
I mezzi sono quindi sufficienti per il trasporto scolastico?
«Assolutamente sì. Anche qui qualche cifra: la flotta in provincia di Pavia ha circa 250 corriere per i servizi extraurbani e 90 per i viaggi urbani».
L'attenzione particolare in questa emergenza nel mettere a punto un piano per il trasporto pubblico scolastico non rischia di lasciare scoperta l'altra grande fetta d'utenza, cioè i lavoratori/pendolari?
«Assolutamente no. Non stiamo lavorando per risolvere un problema e crearne un altro. Ci sarà la massima attenzione nei confronti di tutti gli utenti. Chiedo solo la collaborazione di studenti, e famiglie per far funzionare al meglio il trasporto pubblico scolastico. Stiamo facendo un lavoro immane, la situazione è davvero eccezionale: chiedo anche un po' di pazienza e comprensione se all'inizio potrà presentarsi qualche problema. Faremo aggiornamenti costanti per monitorare la situazione». —