foto da Quotidiani locali
siena
Era arrivata al Policlinico Le Scotte di Siena su consiglio del suo medico curante per sottoporsi ad una visita specialistica. Quel mal di gola continuo la preoccupava. E così a metà luglio, da Lecce, era venuta in Toscana. Ma da Siena, quella donna di appena 59 anni, non ha più fatto ritorno, perché è morta il 29 agosto scorso sul letto di ospedale dopo tre giorni da un intervento chirurgico per asportare un carcinoma alla corda vocale destra.
Un’emorragia improvvisa alla gola, dal tubo di drenaggio, l’ha portata ad un arresto cardiaco. E nemmeno l’intervento dei sanitari, immediato, è riuscito a salvarle la vita.
E sì che l’intervento chirurgico era andato tutto come nelle previsioni. Compreso il decorso posta operatorio con la donna che non aveva avuto alcun tipo di complicazione.
Poi l’irreparabile.
Distrutto dal dolore, non riuscendo a capacitarsi dell’accaduto, insoddisfatto delle poche spiegazioni ricevute dai sanitari e di fronte alla prospettiva di un riscontro diagnostico, cioè di un’autopsia interna, effettuata dall’ospedale, il marito della vittima ha voluto vederci chiaro e andare a fondo della vicenda per capire se la loro congiunta possa essere stata vittima di malasanità.
Da qui la denuncia alla polizia, tramite uno studio di consulenza, e l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo da parte del sostituto procuratore Siro de Flammineis. Questa mattina, nel palazzo di giustizia, sarà affidata a un consulente medico legale, la dottoressa Rossella Grifoni, l’incarico di effettuare la perizia autoptica sulla salma della vittima, che sarà compiuta nel pomeriggio e il cui esito sarà ovviamente fondamentale per capire cosa possa essere successo.
«Comprendiamo il dolore del marito e della famiglia, esprimiamo la massima vicinanza in attesa di tutti i riscontri del caso» ha detto Valtere Giovannini, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria senese.
«Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura affinché possano essere definite le cause che hanno portato al decesso, per la famiglia e per il nostro ospedale» ha concluso il direttore.