Quei punti di servizio per lei sono come il pane. Dovevano essere trenta, ovvero l’attestato di tre anni di supplenza. E invece una professoressa di strumento musicale alle medie se ne è ritrovata due: in pratica, è come se avesse lavorato per venti giorni. La docente si è rivolta alla Cisl Scuola per reclamare. Dito puntato contro le Gps, le famigerate graduatorie on line dei precari volute dalla ministra Azzolina. Sul versante opposto, una maestra della primaria si è autodenunciata alla Flc Cgil chiedendo di correggere la sua posizione. «Era passata al ruolo ma si è ritrovata con dei punti in più».
Storie come quelle che racconta Filomena Di Santo, segretaria della Flc Cgil pratese, riecheggiano nei corridoi della Camera del lavoro. I telefoni dei sindacalisti della scuola sono impazziti. «In 24 ore ho avuto un centinaio di segnalazioni su anomalie da verificare - fa sapere Di Santo - L’amministrazione è disponibile a prendere in esame gli errori in autotutela». Li chiamano errori di sistema, il sistema “pazzo” delle Gps on line per salire in cattedra entro il 14 settembre.
A Prato sono circa settemila gli aspiranti supplenti che sognano una nomina annuale: la maggior parte di loro figura in almeno due classi di concorso, quindi è possibile ipotizzare che oltre tremila precari abbiano fatto domanda per le Gps. C’è perfino chi si è ritrovato un punteggio stratosferico in una classe di concorso senza aver mai insegnato quella materia.
Fioccano così reclami verso l’ufficio periferico del Miur mentre cento aspiranti supplenti sono finiti nell’elenco degli esclusi. Va detto che Prato è fra le prime province ad aver pubblicato le graduatorie il 2 settembre, non immuni da errori dovuti alla corsa contro il tempo nel mese di agosto. «Le scuole dovrebbero operare un’ulteriore verifica dei punteggi dei candidati e quindi sanare quelli assegnati erroneamente - osserva Daniela Scarlata della Cisl Scuola di Firenze e Prato - Bisogna dare atto che gli istituti non si sono mai tirati indietro nel supportare l’ufficio scolastico nella valutazione delle graduatorie, pur non essendo di loro competenza. Questo ha permesso che a Prato le domande venissero monitorate. Non è stato così a Firenze, dove il Provveditorato si è trovato con migliaia di posizione da verificare e validare senza controllo. L’esempio di Prato è virtuoso».
Alcuni precari sono stati penalizzati dalla valutazione del titolo di laurea. Per Paola Tassi, docente del laboratorio di biotecnologie, la triennale valeva tre punti fino a tre anni fa. Con le Gps, il punteggio è sceso a uno e mezzo. «Ho insegnato per cinque anni al Marconi, negli ultimi due anni sono stata al Datini dove spero di tornare anche quest’anno». Gli incarichi annuali saranno assegnati il 9 e il 10 proprio al Datini: il rito delle convocazioni si rinnoverà anche quest’anno.
Andrea Puggelli è un precario storico. Insegna educazione fisica al Marconi e fa parte del gruppo toscano dei precari che ieri era a Roma per portare le istanze al Ministero. «Quella del precariato è una piaga antica, il virus è stato soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Su 289 posti messi a ruolo alle superiori, solo 15 sono stati coperti. Se siamo ancora precari è perché non siamo mai stati messi in condizione di accedere all’abilitazione. È mancato un piano di stabilizzazioni…». Stessa musica per Rosa Pelliccia, prof di lettere alle Mascagni che in Gps si ritrova 118 punti, di cui 86 di servizio. «Ho perso dodici punti. Ho quattro master che ora mi valgono tre punti. Spero di rivedere i miei alunni in quinta». —