MODENA Indagini sulla rivolta in carcere a Modena: tutti e nove i fascicoli sui morti dell’8 e 9 marzo sono ora riuniti sotto la Procura di Modena.
Oltre alle inchieste sui cinque detenuti trovati morti all’interno di Sant’Anna, ora i pm modenesi Francesca Graziano e Lucia De Santis stanno indagando anche sui quattro detenuti morti durante o dopo il trasporto in altri istituti. In realtà sono otto i fascicoli a Modena: manca solo quello di Hadid Ghazi, 30 anni, tunisino, il detenuto morto all’ospedale di Verona il 10 marzo durante il trasferimento al carcere di Trento, ma pare si tratti solo di un problema formale che avrà soluzione nei prossimi giorni.
La riunificazione di tutti i pezzi di un’indagine che riguarda lo stesso evento è importante non solo per una ricostruzione di quanto è accaduto ma anche per capire se, come raccontano due detenuti, sono stati commessi o no gesti di violenza su alcuni detenuti.
Il procuratore Giuseppe Di Giorgio ha infatti ricevuto i fascicoli nei giorni scorsi dalle procure di Parma (dove il 10 marzo è morto il moldavo Arthur Isuzu, 30 annni), di Alessandria (per la morte di Abdellah Rouan, 34 anni, marocchino) e soprattutto di Ascoli per il decesso di Salvatore Sasà Piscitelli, 40 anni, il detenuto al centro del caso più drammatico.
Nelle due lettere scritte da detenuti, spedite all’agenzia stampa Agi, viene raccontata una lunga serie di azioni brutali che avrebbero commesso agenti della penitenziaria dopo la rivolta contro detenuti estranei. Si cita anche la vicenda di Sasà Piscitelli, detenuto tossicodipendente diventato apprezzato attore di teatro in carcere a Bollate e poi a Modena: caricato sul furgone già in coma per una overdose secondo uno degli autori delle lettere sarebbe stato picchiato durante il trasporto e anche una volta messo in cella ad Ascoli, morendo l’indomani all’ospedale della città marchigiana.
«Sasà stava malissimo e sul bus lo hanno picchiato, quando è arrivato non riusciva a camminare. Era nella cella 52, ho visto che nessuno lo ha aiutato», scrive uno dei due detenuti per ora anonimi per paura di ritorsioni. Una testimonianza gravissima che va verificata. Quanto ai cinque detenuti trovati morti a Sant’Anna, l’autopsia della Medicina Legale indica la causa in un’overdose di metadone e neurolettici ed esclude la presenza di segni di percosse e altre violenze.