L’esasperazione al Sigma di corso Cavour: «Prendono la carta per pulirsi come fossero a casa loro. E rubano ogni giorno»
MODENA. Corso Cavour si trova a due passi dal Novi Sad, una zona in cui la microcriminalità è diventata un problema sempre più sentito, con risse e piccoli furti che rendono la vita impossibile per i commercianti e i residenti.
L’esasperazione dei negozianti è evidente nelle parole di Grazia Saputo del supermercato Sigma.
«Si lavora sempre peggio», esordisce. I suoi occhi segnati rivelano una stanchezza infinita. Da sedici anni in trincea nel piccolo market a due passi dal centro, Grazia sembra al limite delle forze. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Un habitué oltremodo molesto.
«Quell’uomo è tornato per l’ennesima volta. Dopo aver mollato la bici davanti all’ingresso ha iniziato a bighellonare per le corsie. Prende in mano i prodotti e li sposta di qua e di là, tocca tutto senza mai comprare nulla. E quando gli chiedi se ha bisogno di qualcosa inizia ad inveire, ad insultare chiunque gli capiti a tiro. Ci accusa di essere dei “razzisti di merda”. Sì, è un giovane extracomunitario. Peraltro parla un ottimo italiano ed è vestito sempre bene. Ieri ha preso una bottiglia di vodka e quando si è accorto che lo stavo guardando è andato giù di testa. È diventato aggressivo, ho temuto arrivasse alle mani con un mio dipendente che tentava di calmarlo. Meno male che non aveva un coltello. Altrimenti…»
Grazie prosegue nel suo racconto: «Ho chiamato i carabinieri ma non sono venuti. Ero agitatissima. Ho capito dal tono di voce che pure il carabiniere con cui stavo parlando al telefono era frustrato. Impotente a fronte di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Un sistema di cui questi stessi giovani migranti – di fatto l’anello più debole della catena - sono vittime. Arrivano in Italia e vengono lasciati allo sbando. Che altro possono fare se non delinquere?».
Il Sigma si trova a cinque minuti a piedi dalla Ghirlandia, eppure sembra un altro mondo: «Qui è il Bronx - sottolinea Grazie - Non avete idea di quanti tentativi di furto subiamo in una settimana. Qualche giorno fa è entrato un tizio, non è un volto nuovo, gira spesso nella zona della Pomposa. Aveva una mano tutta insanguinata. Ha preso della carta per pulirsi e se ne è andato. Come se fosse a casa propria. Per poi tornare con la mano medicata. Io lo tenevo d’occhio. Nel momento in cui ha iniziato ad imboscare scatole e scatolette ho telefonato alla polizia. Si è presentata una pattuglia. Gli agenti hanno insistito a lungo, volevano che pagasse quanto aveva cercato di rubare. Quindi sconfitti se lo sono portato via. Peccato che nel pomeriggio fosse già qui. Un’altra volta. Questa lotta contro i mulini a vento mi sfinisce.
«Se ci sentiamo abbandonati? Non è una sensazione, è un dato di fatto. Nessuno ci tutela. Per un breve periodo abbiamo avuto il supporto di un poliziotto di quartiere. Ma è sparito dalla sera alla mattina. Qui non si vede mai un vigile. Se non quando c’è da fare una multa per divieto di sosta. Insomma, lavoriamo male. Senza contare lo stress da Covid».
Infatti anche l’epidemia e il conseguente lockdown hanno colpito il piccolo Sigma: «Anche perché il nostro negozio - prosegue Grazia - è molto frequentato dagli universitari. La loro assenza pesa. E non solo sulle nostre spalle. Non sono pochi gli esercenti della zona con l’acqua alla gola. Molti sostengono che il Coronavirus abbia tirato fuori il meglio dalle persone. Io tutto questo miglioramento non lo vedo. Altro che senso civico, a me pare sia tutto il contrario. Chi era cattivo è diventato più cattivo. Per carità, non che tutti siano malvagi. Però l’indifferenza mostrata dalla maggior parte delle persone mi sconcerta. Non ne posso più di sentirmi dire - conclude Grazie - ormai è così, che ci volete fare». —