Il test d’ingresso spostato dal Policlinico per le misure anti-Covid. I giovani riscoprono l’informazione per superare i test
MODENA. Studio, determinazione, passione ed «essere informati» per conquistare il camice bianco. Mascherine, sacchi di plastica, distanziamento e gel sanificante per affrontare la prova in sicurezza.
Gli oltre mille candidati ai test di Medicina e Odontoiatria si ritrovano ieri mattina davanti a Modena Fiere. Indossata la mascherina, consegnano l’autocertificazione e seguono una fila tortuosa. Avanzano fino al banco dell’accettazione, dove personale con guanti e mascherine ne registra i nomi.
Una nuova fila verso i tornelli per ricevere penne e bottigliette d’acqua. Gli oggetti personali finiscono in sacchi di plastica, da non aprire prima della fine del compito. Un ulteriore passaggio li separa dall’ingresso al padiglione A: il luogo della sfida.
Una sfida con gli altri candidati, un confronto con sé stessi. Rispettando un’altra volta il metro di distanza, la concentrazione sale prima di sedere al posto assegnato. C’è chi legge le indicazioni e chi chiude gli occhi. Un respiro per ritrovare le possibili risposte a 60 domande, anzi 61. Le prime 60 riguardano il test e si affrontano in 100 minuti. La 61esima è più personale e può durare un’intera esistenza: chi voglio diventare?
Per Sofia Galli «il sogno da perseguire» è diventare dentista. Ha maturato l’intenzione nel tempo dopo aver pensato di essere medico. «Ho già fatto un anno di Odontoiatria in Spagna - illustra Galli - ma se si potesse perseguire il sogno nel mio Paese sarei felice». Condivide l’aspirazione con Andrea Barbieri. «Prima ero più interessato alle Scienze Motorie - garantisce Barbieri - poi mi sono appassionato all’ambito del dentista». La ricetta per entrare? «Studiare, studiare, fare tanti quiz, essere informati, leggere tanti giornali e avere tanta fortuna».
Essere informati è una possibile chiave per i 12 quesiti a risposta multipla di cultura generale, tanti come quelli di chimica. Dieci le domande di ragionamento, otto di fisica e matematica. Predomina la biologia con 18 domande.
«Ci sono manuali da studiare - ricorda Caterina Bigliardi - per poi ripetere numerose volte. Più quiz fai, più hai la possibilità di capire varie domande». Il sogno di Bigliardi è affrontare «un mestiere molto nobile e appagante da un punto di vista morale».
Un mestiere che l’appassiona ancor più alla luce della risposta alla pandemia perché «s’è dimostrato molto più necessario come lavoro».
Un effetto collaterale notato dal presidente di commissione (e del corso di laurea di Medicina) Fausta Lui. «In questo periodo le professioni sanitarie in generale e la figura del medico in particolare sono state molto sotto i riflettori - evidenzia Lui -. Può essere una motivazione in più. Un modo per avvicinare molti giovani alle professioni sanitarie, all’idea di essere aiuto agli altri».
Per il presidente di commissione l’edizione in Fiera «aggiunge un carico ulteriore abbastanza importante» a un’organizzazione «già molto difficile in generale».
Lui ritiene che il numero aperto in Medicina «porrebbe oggettive difficoltà» in diversi campi, tra cui «le attività formative in presenza e i tirocini». Ricorda che Unimore ha aumentato il numero massimo di iscritti «a 180 da 146». Considera «più urgente aumentare il numero delle borse di specialità», risolvendo il problema del cosiddetto «imbuto formativo alla fine dei corsi di laurea». Un tema che la vede «assolutamente d’accordo» con le associazioni studentesche. —