CHIAVERANO. Durante il lockdown il sindaco ci aveva provato a far rispettare le regole lungo il lago, e lo aveva fatto piazzando una transenna nel viottolo di accesso alla piattaforma: tempo un paio di ore e quella stessa transenna era volata in acqua con relativo cartello. Fase 2. Visto che i ragazzi cominciavano a stare in gruppo nonostante l’obbligo di tenersi a un metro di distanza, Fiorentini era tornato alla carica minacciando di chiuderla del tutto, la zona della piatta. Finì che «mi avevano dato dello sceriffo con manie di protagonismo»; la piatta non venne chiusa e il liberi tutti un po’ troppo libero continuò a presentarsi ogni fine settimana. Maurizio Fiorentini ha allora sottoscritto una convenzione con l’Associazione della Polizia di Stato così da avere il sabato e la domenica due volontari che fanno il giro del lago, da mattina a sera, allo scopo di disincentivare la calca facendosi semplicemente vedere. È cambiato qualcosa?
NEMMENO COL PRESIDIO
«Zero. I ragazzi non c’è verso di farli stare a distanza. La domenica, nella zona della piattaforma, perché è questa l’area che ci dà problemi dove ci stanno fino a 200 persone, la situazione è lì da vedere. Arrivano anche in gruppi numerosi e si comportano come se del Covid nemmeno avessero sentito parlare vagamente nei mesi scorsi». Nemmeno le mascherine? «Lasciamo perdere». Non va come dovrebbe la fruizione dell’area pubblica (comunale) che si affaccia sul lago Sirio.
A stagione quasi al termine, il sindaco di Chiaverano Fiorentini non ne fa mistero. Tornando a ribadire quanto non ha mai smesso di porre in evidenza dai mesi dell’emergenza sanitaria, quando nemmeno si poteva uscire di casa se non per questioni di lavoro e salute, o per fare la spesa.
«ci arrendiamo»
«Noi non sappiamo più che fare, con i ragazzi ci arrendiamo», ripete Fiorentini. Parole che sanno di amarezza mista a preoccupazione, perché l’anarchia spaventa soprattutto in questo periodo in cui il numero dei contagi è tornato a salire in tutta Italia, e in Piemonte, con i rientri dalle ferie a fare da acceleratore e un virus che ora colpisce in modo consistente individui con meno di 30 anni, i grandi assenti della prima ondata. Anche Chiaverano è tornato a contare i positivi, oggi a quota due. Non ci sono nessi diretti, ma il messaggio del sindaco, per altro ribadito nella newsletter inviata ai cittadini non appena gli è stata data comunicazione di questi due nuovi contagi, va in questa direzione: «Per favore, usiamo la testa. Ragazzi, pensate che potreste ammalarvi voi e contagiare i vostri genitori, i vostri nonni».
Un disperato appello al buon senso, insomma. Sulla difficile gestione al lago Sirio, a inizio stagione si erano tenuti due incontri in commissariato, a Ivrea, con polizia e carabinieri, e i sindaci di Chiaverano e Ivrea, i due Comuni rivieraschi. Si stabilì in quella sede che toccava ai Comuni occuparsi dei controlli su distanziamenti e mascherine, cosa da cui scaturirono poi le due convenzioni con l’Associazione della Polizia di Stato.
multe inefficaci
«Un po’ come succede per i parcheggi selvaggi – continua lo sfogo di Fiorentini – mettiamo 80 multe a domenica e la gente lascia comunque la macchina dove gli pare, insulta la nostra vigilessa, se ne frega del divieto di accesso che abbiamo appena istituito in via Casali Sirio. Lo stesso atteggiamento che riscontriamo sulla piattaforma quando cerchiamo di far capire ai giovani che non possono stare così ammassati. In settimana la situazione è tollerabile, la domenica no. Con questo non ho nulla contro i ragazzi, figuriamoci. È la pandemia a richiedere a tutti, anche a loro, un briciolo di buonsenso nell’interesse di tutti».
viverone precursore
Là dove ci sono locali è meno difficile intervenire, anche se mettere uno stop richiede indubbiamente coraggio. A Viverone questo è accaduto ancor prima che fosse il Governo a chiudere le discoteche. Il 3 agosto il sindaco Renzo Carisio aveva deciso di concerto con i locali del lago di bloccare la musica e gli spettacoli. Gli stessi esercenti avevano chiesto all’amministrazione di intervenire (sono loro i primi a rimetterci con la sospensione della licenza in caso di mancato rispetto delle regole anti Covid).
«Dopo tre mercoledì sera di movida – racconta Carisio – ci eravamo resi conto che la situazione era fuori controllo: assembramenti, risse, mascherine neanche a parlarne. Ho convocato i titolari dei locali e insieme abbiamo deciso di stoppare musica ed eventi fino al 31 dicembre. Non c’era altro da fare. Se le regole di contenimento dei contagi non vengono rispettate si adottano misure drastiche». —