MONTESE (MODENA). Nel ritiro di Montese comincia la “fase 2” del Mantova. Così la definisce mister Emanuele Troise, spiegando che servirà a «definire l’identità collettiva della squadra» e dopo aver sottolineato di essere «molto soddisfatto» delle prime due settimane di lavoro svolto in città.
La truppa biancorossa è appena arrivata sull’Appennino, accolta da temperatura rigida e da un acquazzone che appare benaugurante perché fa tornare alla mente che una scena simile non si vedeva dal primo giorno di ritiro dell’Acm di Juric.
Dopo pranzo il tecnico biancorosso affronta microfoni e taccuini analizzando a 360 gradi la situazione: «Sono molto contento perché non mi aspettavo di trovare il gruppo in condizioni così buone dopo il lungo stop dovuto alla pandemia. Ero preoccupato, invece i ragazzi hanno fatto per due settimane allenamenti abbastanza intensi senza che ci siano stati grossi intoppi. L’obiettivo principale era proprio quello di evitare infortuni e l’abbiamo centrato».
Ora, invece, gli obiettivi cambiano: «La fase 2 sarà più intensa - spiega Troise - e il ritiro sarà utilissimo. Per i soliti motivi, che sono quelli di conoscersi e far gruppo (anche se vedo i ragazzi già molto affiatati) e soprattutto per creare una mentalità di squadra vincente. Mi interessa anche creare un’abitudine all’impegno con il calcio che sia legato all’alimentazione, al riposo, alle due sedute di allenamento e alle analisi video. Si tratta di un’impostazione mentale che spero i ragazzi si portino poi fuori dal campo anche durante la stagione».
Sul piano tecnico, Troise pur aspettando gli ultimi colpi di mercato è soddisfatto della rosa: «C’è un confronto totale con il direttore sportivo e con la società, i giocatori che sono arrivati hanno in comune buone basi tecniche e tattiche, oltre alle giuste qualità caratteriali».
Per quanto riguarda l’aspetto tattico, il mister è deciso a scegliere soluzioni che si adattino alle caratteristiche dei giocatori: «Nella prima fase, visto anche che calciatori nuovi arrivavano ogni giorno, ho pensato di puntare su principi di base a me cari e di provare diversi moduli tattici. Adesso che la rosa è quasi al completo vedremo di impostare sistemi congeniali alle caratteristiche dei ragazzi».
In ogni caso sarà un Mantova duttile: «La mia idea di base - spiega ancora l’allenatore - è quella di avere una squadra aggressiva, che attacchi alto gli avversari e che sia in grado di gestire il pallone con coraggio e qualità. Ma il calcio presenta mille situazioni diverse, per cui c’è bisogno di totalità. Vale a dire capacità di adattarsi alle fasi della partita e a situazioni particolari. Per esempio, se trovi avversari che ti costringono a difendere basso, devi essere in grado di fare anche quello».
Per completare al meglio la preparazione ci sarà poi bisogno anche di riassaporare il clima partita. Cosa che ancora non è accaduta: «Nessun allenamento può sostituire quello della partita - concorda il mister - per cui stiamo lavorando per riuscire a organizzare delle amichevoli con squadre Primavera, con avversari di pari categoria o anche di categoria superiore. A mio avviso ne serviranno almeno tre prima dell’inizio del campionato. Qui in ritiro, però, credo che avremo modo soltanto di farne una con la nostra Berretti».
Poi, dalle parole con i cronisti il tecnico passa ai fatti sul campo di Montese. E lì si capisce perché i suoi ragazzi lo chiamano il “martello” e perché in Viale Te un po’ tutti siano stupiti dalla meticolosità e dall’applicazione di Troise, descritto come il primo ad arrivare in sede e l’ultimo ad andarsene. In ritiro, fin dalle prime esercitazioni tattiche, i suggerimenti e i richiami sono costanti e qualche urlaccio non manca. Il tutto ripreso dalla telecamerina posta sugli spalti dal match analyst Lazzari, perché poi l’allenamento viene “vivisezionato” e riproposto in piccole parti ai calciatori per aiutarli a migliorare.