Sul finire di questa strana estate segnata dalla paura del coronavirus sta accadendo un fatto insolito per la storia recente della politica italiana: l'assoluto silenzio del premier Giuseppe Conte.
L'ex avvocato del popolo aveva abituato gli italiani ad una massiccia presenta in tv e sui social, soprattutto per annunciare gli ormai famosi Dpcm. Eppure da diversi giorni tutto sembra essere cambiato. Da Conte non arrivano notizie. Il premier non è stato a lavoro a Palazzo Chigi perché si è concesso un periodo di relax. Ma i più maliziosi ipotizzano che dietro al silenzio si celi ben altro. Il premier avrebbe paura di veder franare la terra, politicamente parlando, da sotto i piedi. E non solo per le continue tensioni nella maggioranza che lo so sostiene. Vi sarebbe ben altro. Si vocifera, infatti, di una brusca telefonata di Beppe Grillo a Giuseppe Conte. A rendere pubblica la notizia è Dagospia che racconta di tuoni e fulmini tra i due. In perfetto stile "vaffa", il fondatore del M5s avrebbe suggerito al premier a "fare molta attenzione". In pratica, quasi un invito a riflettere sul fatto che basta davvero poco per togliere la poltrona a Conte.
Una indiscrezione. Però ci sono silenzi che fanno più rumore di qualsiasi altra parola. E quello che proviene da Conte potrebbe essere indice della sua attuale debolezza politica. Eppure proprio ora, visto il caos scuola, la crisi economica e l'emergenza immigrazione, il presidente del Consiglio dovrebbe far sentire la sua voce per rassicurare gli italiani. Ciò non è ancora avvenuto.
Le prossime settimane per Conte saranno difficilissime. Bisogna discutere della modifica dei decreti sicurezza approvati quando c'era la vecchia maggioranza giallo-verde. Forse il silenzio di Conte potrebbe finire il prossimo mercoledì quando incontrerà il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, e il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, per affrontare la questione sbarchi e migranti.
A settembre, in rapida sequenza, ci sono altri due appuntamenti che potrebbero costare caro al premier. Il 14 settembre ci sarà la riapertura delle scuole mentre il 20 e 21 si terranno le elezioni Regionali e il referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Per quanto riguarda l'avvio del nuovo anno scolastico, il caos regna ancora sovrano. Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, tra annunci, smentite e passi indietro è in enorme difficoltà. Meno di 7 giorni dopo ecco che gli italiani si recheranno alle urne. Se dal voto, come indicano i sondaggi, ci sarà il trionfo del centrodestra, per la maggioranza Pd-M5s sarà dura andare avanti. Di conseguenza, il primo a pagare sarebbe lo stesso Conte.
E così quest'ultimo avrebbe optato per restare in silenzio. Il premier, sottolinea ancora Dagospia, sarebbe preoccupato per le Regionali. Per questo negli ultimi giorni avrebbe sposato la linea del Movimento, che si batte per rinviare ancora la modifica dei decreti sicurezza. Vista l'emergenza sbarchi, interventi come la cancellazione delle milionarie alle Ong, peraltro mai inflitte con questo governo, potrebbero creare malcontento nella popolazione, o almeno una parte, e generare incentivi per nuove partenze.
Ma brutte sorprese per il premier potrebbero riservarle il Pd e il M5s. Una parte dei dem, che fa a capo a Franceschini, Orlando e Marcucci, si sta ribellando a Zingaretti e accusa il segretario di essere ormai del tutto privo della leadership che aveva, logorata dal suo rapporto con il presidente del Consiglio. Nei pentastellati Di Maio potrebbe presto ritornare protagonista. E questo sarebbe un ulteriore colpo per Conte. La telefonata di Grillo, poi, apre interrogativi e nuovi scenari. Anche se difficilmente il comico potrà spingere per una crisi di governo con la quale il M5s avrebbe solo da perdere.