Viareggio
Il percorso che conduce al sollievo di chi sa di essere negativo al Covid-19 è idealmente più lineare di quello che dal ventre della stazione va compiuto per raggiungere la postazione di accoglienza allestita sul retro (lato Migliarina) dove viaggiatori e pendolari possono sottoporsi – gratis e su base volontaria – al tampone, ogni giorno dalle 8 alle 20, fino al 13 settembre. Per arrivare alla postazione si segue un tracciato obbligato, nascosto a primo impatto, comunque adeguatamente segnalato. Chi giunge dalla stazione trova ad accoglierlo due infermieri, un operatore socio sanitario ed un dipendente amministrativo (nei fine settimana raddoppiano).
La procedura è immediata e rapida: si compila un modulo e si effettua l’esame mentre il personale rammenta la necessità dell’isolamento fiduciario per le successive 24-36 ore, il tempo previsto per la risposta, comunicata via email. L’attesa per il tampone, invece, è ridotta al minimo, almeno il pomeriggio. Il numero di persone che hanno deciso di sottoporsi al test rientra nell’ordine delle decine (una cinquantina fino a ieri pomeriggio), perlopiù giovani, per quanto invece la capacità massima giornaliera sia di 350. C’è chi si presenta già preparato sulla procedura ed i comportamenti da adottare, e chi ha bisogno di chiarimenti. Una ragazza vorrebbe effettuare il prelievo. È appena rientrata in Italia dopo un soggiorno all’estero. Quando le viene chiesto di esibire il biglietto del treno risponde di non averlo, perché ha viaggiato in auto. Niente da fare: del servizio può usufruire chi è in possesso di un titolo di viaggio su rotaie. Daniele Pellegrini è un neomaggiorenne: Altopascio è la città in cui vive, Viareggio quella delle vacanze con gli amici. «Loro sono venuti stamani», dice con ancora le lacrime agli occhi perché il tampone non sarà doloroso, ma un po’ fastidioso sì. «Non è stato un sacrificio, come non lo è restare un giorno in isolamento fiduciario. L’ho fatto per mettere al sicuro me ed i miei nonni». Seppur giovanissimo, la chiusura delle discoteche non è stata per lui un problema, perché «non ci andavo nemmeno quando erano aperte». Ivana Bobenchyk abita a Viareggio. Ha da poco fatto rientro dall’Ucraina, suo Paese d’origine. Dove «la situazione è molto meno allarmante rispetto all’Italia: sono stata per diversi giorni con la mia famiglia senza troppe preoccupazioni». Si è sottoposta al tampone «perché dopo essere atterrata a Bologna ed aver cambiato tre treni, pur senza avere contatti con persone positive, volevo essere davvero sicura». Il viaggio è stato lungo anche per Maurizio Croce, tornato dalla Puglia. «Ho pensato a tutelare le persone a me più care. Appena ho saputo che c’era la possibilità di effettuare il test, non me la sono sentita di indugiare troppo. E poi, così, posso ricominciare a lavorare libero da apprensioni». Nourradine Batrouss, invece, si è convinto dopo aver saputo che un conoscente, con cui di recente aveva avuto contatti, è risultato positivo. «Io non ho mai accusato sintomi riconducibili direttamente al virus. Ma meglio uno scrupolo in più».
Nel fine settimana torna il tour di "Movida si...cura", iniziativa che dà la possibilità di effettuare il test sierologico, gratuitamente e su base volontaria: venerdì e sabato a Viareggio (piazza Mazzini, dalle 20 alle 24) e a Lido (piazza Matteotti, di fronte al pontile, dalle 22 alle 2). —
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