Tim e Cdp vogliono fare in fretta e smentire le Cassandre che parlano di percorso lungo e accidentato. La rete unica nascerà non oltre il primo trimestre del 2021 e il primo passo è già stato fatto con il via libera, all'unanimità, dato alla creazione di FiberCop e la firma di una lettera d'intenti con CDP Equity per realizzare il più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber, una sola società per un'infrastruttura strategica. "Si avvia un percorso per superare il digital divide e restituire competitività al Paese" commenta il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini che mette in risalto "il ruolo di Cassa, un investitore paziente" come "quando insieme ad Enel ha dato il via ad Open Fiber".
"La firma del memorandum rappresenta il primo importante passo - spiega l'ad Francesco Palermo - verso la realizzazione di un'infrastruttura digitale unica in banda ultralarga, che potrà garantire parità di accesso a tutti gli operatori, velocità, affidabilità e distribuzione capillare". Con l'obiettivo di completare i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerare l'adozione dei servizi Ultra-Broadband (UBB), la futura rete unica sarà aperta ad altri operatori e apporti di asset: Tiscali ha già aderito firmando con Tim un Memorandum of Understanding per definire i termini di una partnership strategica e ora prevede immediato avvio, sotto il coordinamento di Cdp Equity un tavolo tecnico per raccogliere altre adesioni al coi-investimento e raggiungere entro il 2025, il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere, corrispondenti ad una copertura del 56% delle unità immobiliari tecniche del Paese, tutte in Ftth. La nuova società, di cui TIM deterrà il 58%, KKR Infrastructure il 37,5% e Fastweb il 4,5% , è stata valorizzata 7,7 miliardi (equity value 4,7 miliardi di euro).
Si prevede che FiberCop avrà un ebitda di circa 0,9 miliardi di euro ed Ebitda-Capex positivi a partire dal 2025 e non richiederà iniezioni di capitale da parte degli azionisti. Tim sarà il fornitore esclusivo per la costruzione e la manutenzione delle reti e fornirà ulteriori servizi a FiberCop che avrà una struttura snella con meno di 100 dipendenti. L'operazione permetterà un'accelerazione del passaggio dei clienti da rame a fibra e contribuirà alla riduzione del digital divide. "E' il calcio di inizio per una nuova fase nel settore delle telecomunicazioni" commenta Alberto Calcagno, a.d. di Fastweb. "Rimaniamo concorrenti agguerriti di Tim sui servizi ma ci impegniamo in modo diretto ed importante sullo sviluppo delle infrastrutture" conclude Calcagno. Anche l'ossatura di AccessCo è confermata: Tim deterrà almeno il 50,1% della società della rete unica e attraverso un meccanismo di governance condivisa con Cdp sarà garantita l'indipendenza e la terzietà della società. Sono previsti inoltre meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.
Tra i nodi da scogliere c'è la valutazione degli asset destinati a confluire in AccessCo - e le relative quote di partecipazione nella società. Al lavoro ci saranno gli advisor (Rotschild e Vitale continueranno ad affiancare Tim, secondo quanto si apprende) che avvieranno i relativi processi di due-diligence su FiberCop e Open Fiber. Prima della fusione, è previsto che Tim conferisca in FiberCop un ulteriore ramo d'azienda che consiste nella rete primaria funzionale alle attività operative di FiberCop. Il processo di due-diligence è atteso entro la fine dell'anno così da raggiungere un eventuale accordo di fusione non oltre il primo trimestre del 2021.