Il concetto di bellezza è sempre stato uno degli argomenti più dibattuti nella storia dell’umanità: in bilico tra giudizi soggettivi e requisiti oggettivi, singolarità e rispetto dei canoni di armonia e simmetria, ogni volta che ha avuto a che fare con l’immagine femminile, questo è mutato a seconda del periodo storico e dello standard che, in una data epoca, ha avuto più successo per una miriade di ragioni diverse. Facendoci notare quanto, di fatto, non sia mai esistito un modello di bellezza puro, immune agli effetti del tempo e degli inevitabili cambiamenti sociali, simbolici ed estetici. Il susseguirsi dei decenni ha avuto di certo un impatto meno forte su coloro che nell’industria moda vengono scelte per vestire o rappresentare un brand: le modelle, note per rientrare in criteri piuttosto omogenei. Ma c’è un ma.
Tra le protagoniste di passerelle e campagne pubblicitarie, infatti, ultimamente troviamo sempre più volti lontani dai modelli di perfezione a cui gran parte della pubblicità e i social media ci hanno abituato. Questo è il caso della modella armena apparsa sulla passerella della collezione Primavera/Estate 2020 di Gucci (per la precisione nel suo straniante preambolo: più dettagli QUI), Armine Harutyunyan, trovatasi nelle ultime 48 ore nel bel mezzo dell’occhio del ciclone mediatico.
La rete è stata letteralmente invasa da commenti sul corpo della 23enne, in seguito alla sua presunta apparizione in una lista – mai specificata – sulle donne più belle/sexy del pianeta, in cui la stessa Gucci l’avrebbe dichiarata tale. Una lista citata da molti ma che non ci sembra provenire da alcuna fonte, ovvero una presumibile fake news. Ma questo poco importa, o meglio, palesa ulteriormente la gravità del fenomeno: chiunque, prima di verificare l’esistenza stessa della lista in cui sarebbe apparsa la modella, ha dato ampio sfogo alla sua contrarietà in nome di un ideale assoluto di bellezza che non esiste.
Il più delle volte con insinuazioni offensive, commenti di rara cattiveria, deliberati attacchi body shaming, nonché sentenze sul fatto che Armine possa o meno fare la modella.
La giovane non è tuttavia l’unica ad aver sfidato, negli ultimi anni, gli standard estetici dilaganti, che non si allineano esclusivamente a una rigorosa idea di bellezza, ma anche alla netta divisione tra generi e, in generale, alla scarsa rappresentazione della diversità. I lineamenti caratteristici sono stati la fortuna della giovane armena, così come lo sono stati di molte donne diventate delle vere e proprie muse come Lily Cole, modella e attrice protagonista di alcuni degli scatti di moda, e delle passerelle, più iconiche dell’ultimo decennio. O come per il modello albino Shaun Ross, che con la sua fisionimia atipica ha conquistato brand del calibro di Givenchy e Alexander McQueen. Sino alla top model Winnie Harlow, la prima affetta da vitiligine a calcare con straordinario successo le passerelle. Queste e molte altre le modelle che hanno contribuito e stanno contribuendo a deviare da una via che poteva sembrare già tracciata la narrazione classica della bellezza nella moda: nella gallery, le 10 (ma c’è anche un modello) che si sono più contraddistinte tra cover, sfilate e non solo.