FERRARA. L’ospedale Sant’Anna si predispone ad aumentare il numero dei tamponi giornalieri, in vistadi un possibile picco autunnale. Per farlo spende una cifra considerevole, vicina a 4 milioni di euro, con una doppia strategia: da una parte si dota di un nuovo analizzatore automatico, dall’altra velocizza la tecnologia già di sua proprietà.
È andata infatti in porto la gara per la fornitura di due lotti di tecnologie al Laboratorio analisi di Cona, valida in entrambi i casi per 12 mesi con possibilità di rinnovo alla scadenza di uguale importo. Si tratta di service, quindi affitto della tecnologia più i materiali di laboratorio, e la gara è gestita direttamente dall’Azienda ospedaliera grazie al superamento della fase più critica dell’emergenza.
Il lotto 1 è il sistema completamente integrato per diagnostica molecolare di Covid-19, che è stato assegnato per 3.592.280 euro (la base d’asta era leggermente superiore) a Hologic Italia srl, la filiale italiana del colosso americano della diagnostica. In pratica, con il Panther Sysstem di Hologic si ottiene il risultato del tampone automaticamente, senza dover effettuare passaggi intermedi, e la completa automazione è stato uno dei criteri di selezione delle offerte: l’unica altra proposta sul tavolo, di Eurospital spa, è stata esclusa perché appunto il sistema non risulta completamente integrato né automatizzato. Hologic si impegna per 182mila test, quasi 500 al giorno.
La fornitura consiste nel noleggio comprensiva di assistenza tecnica, fornitura di accessori per il funzionamento e interfacciamento al sistema informatico di laboratorio dell’analizzatore Panther System, per 55.800 euro all’anno; e nella fornitura di kit diagnostici e materiali di consumo (tamponi e reagenti) per 250 test. È importante sottolineare che «gli ordini saranno emessi solo secondo le effettive necessità diagnistiche su richiesta del Laboratorio analisi», se l’emergenza andrà avanti, e che «solo la spesa realmente sostenuta verrà imputata».
Il lotto 2 riguardava un termociclatore per Pcr, uno strumento di laboratorio in grado d’integrarsi con l’analizzatore già esistente per migliorarne le prestazioni. In questo caso hanno risposto otto ditte, e tutte hanno presentato offerte di molto inferiori alla base d’asta, fissata in 1.352.000 euro. La migliore, della Nuclear laser medicine, era di 6,81 euro a test, per 52mila all’anno, pari a 354.120 euro, è finita tra le «sospette anomalie»: le successive informazioni fornite dall’azienda hanno dato il via libera all’assegnazione. Anche in questo caso gran parte della spesa, quasi 356mila euro, è attribuibile alla fornitura dei dispositivi diagnostici. —
stefano ciervo
© RIPRODUZIONE RISERVATA