FERRARA. È arrivato in macchina in via Garibaldi, è sceso dall’auto, e ha suonato il campanello della casa: voleva un chiarimento con l’uomo che ne è uscito, hanno iniziato ad alzare la voce, le parole sono diventate una lite e una spinta che lo ha fatto cadere all’indietro, battendo la testa al suolo. Cristiano Perini, 49 anni, ferrarese, ora è ricoverato in terapia intensiva al Sant’Anna per le gravissime lesioni alla testa, mentre la posizione del suo aggressore V. V. , 52 anni, che ha confessato la lite e quel diverbio degenerato fisicamente, è stata valutata dalla Polizia e dal pm di turno Barbara Cavallo che in serata lo hanno denunciato per lesioni gravi e omissione di soccorso: sperando che le condizioni di Perini non si aggravino.
L’AUDI NERA SOTTO CASA
Il fatto accade attorno alle 17 in via Garibaldi, davanti al civico 136. Perini arriva con la sua Audi nera, parcheggia davanti casa e suona il campanello. V. V. esce e iniziano la discussione, prima pacata poi animata e quindi dalle parole passano ai fatti. Una ricostruzione possibile grazie al racconto di un ragazzo che si trovava in un negozio poco distante che spiegherà poi agli agenti della Volante intervenuti della lite scoppiata tra i due. Mentre lo stesso V. V. e le persone che si trovavano nella casa in un primo momento avrebbero riferito che si era trattato di una caduta volontaria, di un malore.
Invece. Invece Perini sta lottando in queste ore per la vita, viste le lesioni devastanti alla testa che i sanitari del 118 prima hanno trattato nella choc-room del Pronto Soccorso, ed ora lo hanno trasferito in terapia intensiva, in coma, in attesa di una evoluzione della lesioni gravissime. Le prime indagini dicevamo sono state svolte dagli agenti della Volante intervenuti sul posto, assieme ai sanitari del 118 e una pattuglia della Polizia municipale.
TESTIMONI SUL POSTO
Dopo aver raccolto le testimonianze del ragazzo testimone oculare e dello stesso aggressore che ha ammesso la lite, nella prima serata si sono portati sul posto anche i tecnici della scientifica per repertare meglio il luogo dell’aggressione e soprattutto anche gli ispettori della squadra mobile che dovranno raccogliere elementi per il pm di turno per la valutazione del caso. Un caso, occorre sottolinearlo, che se dovesse evolversi in peggio porterebbe alla contestazione dell’omicidio preterintenzionale. Sul posto dopo il fatto tantissime persone, tra queste anche amici di Perini che lo hanno riconosciuto mentre veniva caricato sull’ambulanza: «Aveva testa e faccia pieni di sangue a terra e solo quando lo hanno spostato, abbiamo visto che era Cristiano».
L’OMBRA DEL MOVENTE
Unica ombra del caso, il motivo della lite. L’aggressore confessando di aver litigato con lui e di averlo spinto, ha anche spiegato che Perini veniva spesso in casa a disturbare, ma anche questa circostanza è in corso di accertamento. Anche perché il passato (e presente) di Perini, con guai giudiziari (e arresti) per truffe seriali dal lontano 2001, potrebbe indicare agli inquirenti il motivo per cui Perini doveva avere chiarimenti. –