Qui un estratto di un articolo pubblicato sul numero 35 di Vanity Fair, in edicola fino all’1 settembre.
La pandemia ci ha ricordato L’Apocalisse vista in molti film: abbiamo chiesto ai personaggi dello spettacolo che cosa, nel caso, vorrebbero portare con sé, dai dischi al cibo, ai supereroi. E questa volta tocca a Luca Barbareschi rispondere…
Libro: la Torah e il Talmud, che è il suo manuale di interpretazione. E lo Zohar, che è il libro dello splendore. Sono tre opere mistiche strepitose. Mi porterei questi
strumenti per educare i miei figli a essere persone responsabili e ad avere il coraggio di dire quello che pensano. A non mentire.
Musica: porterei con me la musica di Mozart per parlare con Dio. Perché se Dio ha una voce, risuona nell’algoritmo straordinario di un suo pentagramma. È un linguaggio che parla direttamente all’anima.
Cibo: pane, olio e sale. La cosa più buona del mondo.
Film: Otto e mezzo di Fellini. È un film che mi commuove all’infinito. Mi commuove la sua libertà creativa: totale. È una sinfonia.
Eroe: porterei con me il ritratto di mio padre che il 25 aprile, alla fine della Seconda guerra mondiale, entra a Milano con pantaloni corti e senza scarpe. Per me è il simbolo della libertà.