Come a ogni appuntamento alle urne, anche per il referendum sul taglio degli eletti è iniziata la guerra tra sondaggisti per prevederne l’esito. Per ora l’unica cosa certa è che il Sì è in vantaggio: secondo la rilevazione condotta da Demos & Pi per Repubblica, l’82% degli italiani è favorevole a ridurre i parlamentari. La direttrice di Euromedia research Alessandra Ghisleri, però, a La Stampa dà dei numeri diversi. In base ai suoi calcoli, il 42% è schierato per il Sì, mentre il No si ferma al 15,8%. Tutti gli altri, cioè quattro cittadini su dieci, non sanno ancora cosa votare.
In realtà, stando al grafico comparso sul quotidiano torinese, di questo 40% circa il 16,7% si dichiara indeciso, mentre il 24,5% intende astenersi. Se le previsioni di Ghisleri fossero confermate e così tanti italiani decidessero di non schierarsi, in termini di voti validi il risultato si tradurrebbe in una vittoria del Sì pari al 72,7% contro il 27,3% del No. “Una distanza importante”, spiega la sondaggista, “che mostra tuttavia nell’arco degli ultimi 6 mesi una flessione del Sì di quasi 10 punti percentuali”. Scenario che potrebbe cambiare ancora qualora quella fetta di indecisi decidesse di prendere una posizione netta.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto degli italiani, invece, le differenze tra le rilevazioni degli istituti di statistica non sono così ampie. Anche per Euromedia research la Lega è al primo partito con il 25,2% di consensi (in forte calo rispetto alle Europee 2019), mentre si conferma l’ascesa di Fratelli d’Italia nel campo del centrodestra (14,3%) a discapito di Forza Italia (7,2%). Sul fronte del centrosinistra tiene il Partito democratico, dato al 20,4%, ma la novità più importante riguarda i partiti minori. Per la prima volta Azione di Carlo Calenda supera Italia viva di Matteo Renzi, con un 4,2% contro il 3,3% del partito dell’ex premier. Il Movimento 5 stelle è fermo al 15,3%.
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